Benvenuti nel nostro angolo:
Segnalazione:
Titolo: Nella carne e nell’anima
Serie:
“Pelle”, #2
Autore: Antonietta Mirra
Genere: Contemporary Romance/
Autoconclusivo
Editore: Selfpublishing
Pagine: 250
Prezzo: eBook: 2,99 e gratis con Kindle
Unlimited. Cartaceo: 10,00 euro.
Data
di uscita: 10
Gennaio 2018
Link
acquisto: https://www.amazon.it/Nella-carne-nellanima-Antonietta-Mirra-ebook/dp/B078R9VDZL
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il romanzo su Goodreads:
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Sinossi:
Greta è figlia di Adam Lockwood,
magnate di una delle famiglie più potenti della malavita newyorchese. Vive
indossando una maschera che la rende la figlia perfetta e compita agli occhi
del padre che stravede per lei. Lusso, soldi e potere sono la sua forza, in
essi si racchiude ogni suo desiderio.
Tranne
uno.
Un desiderio corrotto, sbagliato.
Un desiderio che ha il sapore della vergogna e del peccato.
Un desiderio che è una crepa nella
sua maschera perfetta.
Un desiderio che si chiama Ryan.
Ryan è il suo fratellastro ma non hanno
legami di sangue e l’unico sentimento che li unisce è il rancore.
Greta crede che lui voglia portarle
via tutto ed appropriarsi del potere dei Lockwood mentre lui pensa che lei
voglia estrometterlo dalla famiglia perché ha paura.
Ryan lavora presso le società della
famiglia e sembra un uomo controllato e ineccepibile. In realtà anche lui
indossa una maschera dietro cui si cela la tempesta.
Ryan è fuoco e pioggia.
Passione e violenza.
Il suo animo è tormentato dal
desiderio di distruggere l’unica fonte di pericolo per la sua ascesa al potere.
Ma quello stesso pericolo rappresenta anche la sua più grande perversione.
Una perversione che si chiama Greta.
Lui è dentro di lei.
Lei è dentro di lui.
Senza una ragione.
Senza un senso.
L’odio è l’unico appiglio che hanno
per non affondare.
Ma l’abisso è sempre più vicino e
un segreto è sul punto di essere rivelato.
Un segreto che li unisce. Dolorosamente.
Il filo sottile che mantiene in
equilibrio le loro vite, all’improvviso si spezza.
Ryan finisce in prigione.
Greta crede di essere al sicuro.
Ma l’odio non può proteggerla dalla
furia dell’ossessione.
Il potere dell’attrazione consuma
la carne e indebolisce il cuore.
Quanto odio bisogna covare, tra
polvere e cenere, per continuare a lottare senza cedere?
“La paura. La voglia. Il dolore.
Cos’ero per lui?
Solo carne?
O fiato?
Ero respiro?
Io ero la sua stessa anima.”
Estratto 1
Odore.
Selvatico.
Aprii gli occhi
all’istante.
Sapore.
Metallico.
Mi ero morsa la parte
interna della guancia.
Vista.
Mostro.
Mi voltai di scatto,
ormai certa della sua presenza.
Mi scontrai con il suo
sguardo vuoto e con i suoi occhi penetranti e
inquietanti. La sua bocca era serrata come se si stesse trattenendo, i suoi
capelli castano chiaro, lunghi e lisci sulle spalle e le braccia distese lungo
il corpo.
Non indossava nulla di
elegante, eppure era anche la sua
festa.
Sì,
dannazione!
Ryan aveva la mia
stessa età, era nato il mio stesso giorno e nonostante fosse stato adottato da
mio padre anni prima, veniva trattato come se fosse suo figlio a tutti gli
effetti, godendo dei miei stessi privilegi.
No,
cazzo, non era giusto!
Ero io l’unica figlia e
l’unica erede. Mio padre lo avrebbe
capito, prima o poi.
Silenzio.
Lui
taceva.
Lui
mi vivisezionava
con quegli occhi del colore del cielo plumbeo e glaciale.
Un cielo d’inverno
senza appello.
Era come un giorno di
pioggia, umido, bagnato, quel senso di infido che s’insinua tra le ossa e che
ti fa sentire eternamente freddo.
Lui
era il ghiaccio.
Lui non si scioglieva.
Lui poteva essere solo distrutto, a
colpi d’ascia.
«Che ci fai qui?»
La mia voce tremò
leggermente. Non era così che doveva sentirmi.
Ritirai la mano dalla
statua e mi passai l’altra tra i capelli, riportando un ciuffo ribelle dietro
l’orecchio. Ero nervosa, dannatamente
nervosa.
La sua presenza mi
faceva saltare i nervi, da sempre, anche quando non faceva nulla.
Quando c’era lui nei
paraggi avevo la sensazione di dover continuamente dimostrare qualcosa.
A lui.
A me stessa.
Si mosse.
Infilò le mani nelle
tasche dei jeans scuri e fece qualche passo verso di me. Non riuscivo a
distogliere gli occhi dai suoi. Mi guardava in modo strano, un modo diverso. Un modo incollerito ma allo
stesso tempo glaciale, come se dentro quell’abisso di metallo fuso ed
incandescente si celassero due anime pronte a scannarsi per prevalere.
Non osavo immaginare
quale delle due fosse quella più pericolosa, perché sapevo che lo erano entrambe.
Il suo odore si fece
più penetrante quando a pochi centimetri dal mio corpo, si fermò osservando la
statua che stavo toccando. Posò nuovamente il suo sguardo su di me e nei suoi
occhi apparve una scintilla di provocazione che non preannunciava nulla di
buono.
La sua pelle era più
scura della mia, io ero pallida e graziosa come una bambola, lui sembrava
essere avvolto da un’ombra perenne. Un’ombra pronta ad inghiottirti.
Estratto 2
«Sei una bugiarda.»
Oh,
sì che lo ero. E lui lo sapeva molto bene.
«Cosa vuoi dire?»
Ero tornata padrona
della mia voce e questo mi infuse coraggio e determinazione.
Non mi sarei fatta
rovinare la festa da un bastardo.
«Stai mentendo. Tu non
hai dimenticato.»
Feci un mezzo sorriso e
lo scrutai a fondo in quegli occhi di cenere.
«E se anche fosse?
Credi che me ne freghi qualcosa? Non dimenticare qualcosa di cui non t’importa
equivale a non ricordarla. Non fa
alcuna differenza.»
Strinse la mascella.
Forte. Duro.
Gli occhi si rimpicciolirono
per poi spalancarsi su di me.
Era così immobile da
sembrare irreale. Il suo corpo era teso ed emanava quel tipo di energia che mi
destabilizzava. Mi attraeva e mi allontanava nello stesso momento.
Lui era questo.
Attrazione e
repulsione.
Bianco e nero.
Respiro e soffocamento.
Combatterlo era una
guerra così sfiancante.
Primordiale.
Lotta di sopravvivenza.
O io o lui.
Lo avevo saputo dal
primo istante in cui aveva varcato la nostra casa accompagnato da mio padre.
Eravamo bambini ma
quando ci eravamo guardati negli occhi, avevamo letto la stessa cosa.
Minaccia.
Odio.
Eliminazione.
E adesso non era
cambiato nulla. Ci respiravamo addosso, a pochi millimetri l’uno dall’altro,
attenti a non toccarci, sospesi in una sfida che durava da anni.
Chi avrebbe ceduto per
primo?
«La mia faccia sarà il
tuo incubo. E lo sai. Questo è quello che sono e farò di tutto affinchè tu non
lo dimentichi. Riuscirai a dormire la notte, quando da sola tra le lenzuola, ti
maledirai pensando a me?»
«Io non penserò a te.»
«Lo farai e pregherai
per non farlo più. Inutilmente.
Perché questo, Greta, è quello che mi hai fatto.» Indicò con il dito l’angolo
dell’occhio dove si diramava, ingrata e profonda, una lunga cicatrice. «Questo
è quello che non ti lascerà mai in pace qualunque cosa tu faccia.»
Feci qualche passo
indietro, nel suo sguardo c’era un riflesso sinistro. La minaccia di qualcosa
di sbagliato e pericoloso.
Io lo vedevo.
Vedevo tutto di lui.
Ma in quel momento
avrei voluto essere cieca e soprattutto non sentire i ricordi e la scia di
eccitazione che mi stava abbrancando le viscere. Sentii il petto esplodere al
ricordo di quello che era accaduto anni prima, per colpa mia.
«Ti ho già detto che
non m’importa. Non sei niente per me. Niente.»
«Un niente che però ti fa agitare…»
I suoi occhi caddero,
impietosi, sul mio petto e poi tornarono furenti nei miei. Si avvicinò
nuovamente, azzerando la distanza che avevo cercato di mettere tra noi. Ma lui
era come un fulmine, diretto e fatale.
«Puoi raccontarti tutte
le cazzate di questo mondo.» Il suo respiro era sulla mia bocca. La testa
abbassata e le spalle leggermente curve per trafiggermi con il suo sguardo di
tempesta. «Puoi dirti che mi odi, che mi vuoi lontano, che sono merda. Puoi
dirti che non sono niente.» Le sue labbra maledette si muovevano in perfetta
sincronia con i suoi occhi, adesso accesi da barlumi di elettricità. «Ma io e
te sappiamo che quando sarai sola, e ti toccherai nel buio della tua stanza,
non sarà il pensiero di un coglione qualunque ad eccitarti ma saranno le mie
mani e la mia cicatrice a farti venire.»
Sussultai vistosamente.
Sapevo che quel bastardo godeva a mettermi in difficoltà ma quello che stava
accadendo, quello che stava dicendo, era al di sopra delle mie possibilità di
reazione. Ero totalmente spiazzata.
«Come puoi pensare che
io sia così…» Quella dannata parola si bloccò in gola.
«Perversa? Tu sei molto di più.»
Inspirò il mio odore, come un animale che annusa la preda. Il suo respiro era
forte, selvaggio, trepidante. Mi sbatteva addosso come le onde di un mare
tempestoso e bollente. Era fuoco che risaliva dal ghiaccio più incandescente.
«Tu sei mia.»
Spalancai gli occhi
davanti a quella affermazione. Mi sentivo annaspare, mi mancava l’aria. Come
poteva pensare un abominio simile? Io lo odiavo. Io non volevo che lui
esistesse. Io lo volevo morto.
«Tu sei pazzo.»
«Sì, lo sono. E questa
è un’altra cosa che farò in modo tu non dimentichi, mai.»
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BIOGRAFIA
Antonietta
Mirra è laureata in Lingue e Letterature Straniere e lavora con i bambini. Le
sue passioni sono leggere e scrivere ed è Amministratrice del Lit-Blog L’amica dei libri. Ama l’arte in tutte
le sue forme, il cinema e il pianoforte. Tratti distintivi della sua
personalità: passione e inquietudine. Dicono di lei: "una ragazza d'altri
tempi", il mondo le va stretto, allora usa l'immaginazione. La sua vita è
un incastro imperfetto tra sogni e visioni, la realtà è solo un equivoco. Ha
già pubblicato il Paranormal Romance, Ogni
notte vengo da te e il Contemporary Romance, Sei il confine della mia pelle, primo romanzo della serie “Pelle.”
CONTATTI
Twitter: https://twitter.com/antoniettamirra/
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Maria Capasso
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