Benvenuti nel nostro angolo
TITOLO: Alice
AUTORE: Elsa Hysteria
EDITORE: Self
GENERE: Narrativa femminile
PREZZO: Ebook 3,99 - Cartaceo 15,20
Sinossi:
Un tragico incidente libera Alice da un peso che non sapeva nemmeno di portare, ovvero quello di una vita e di un amore finti, lasciandola però a fare i conti con il fatto che dovrà imparare tutto da capo: relazionarsi con il prossimo, con il mondo esterno, con la vita e anche con l'amore. Riuscirà a trovare una guida in Shakespeare, suo fedele amico letterario, o scoprirà che solo cadendo e rialzandosi in continuazione si può andare avanti?
Recensione:
Un libro davvero molto bello, profondo e pieno di pensieri sulle interiorità. Un libro che ti entra dentro e resta anche a fine lettura, capace di metterti in discussione, che ti insegna tante cose. Lo stile è molto scorrevole.
Narra della storia di Alice, che sta sempre nel suo mondo, che dopo aver perso il suo ragazzo in un incidente, comprende che in realtà non l’ha mai amato, e... dopo questo evento, deve scontrarsi con la realtà. Col passare del tempo, comprende che non deve aver paura del futuro, dei progetti e di vivere. Alice non è una storia d’amore ma una storia di crescita: parla di amicizia vera che dura, anche nelle difficoltà e che non si spezza neanche a distanza di tempo. Parla di amore e non quello amore sognante ma realistico, quello che ammazza dentro e ti uccide, dovendo, comunque, andare avanti. Di anime gemelle che sono vicine ma non hanno coraggio di stare insieme, di passioni che vogliono uscire fuori, ma la paura li trattiene.
Mi sono rispecchiata molto in Alice: è come guardarsi allo specchio ed è stato davvero bello, ma allo stesso spaventoso. L’essere letta dentro, vedere come il tuo essere potrebbe crescere maturare come ha fatto la protagonista, mi ha messo in discussione. Ringrazio molto l’autrice per aver scritto questo meraviglioso libro. Presto sarà insieme ai miei cartacei in libreria.
Vi lasciamo con un estratto:
Una stanza tutta nera avrebbe stonato, sarebbe stato troppo cupa e inquietante, ma quel muro nero circondato dai suoi fratelli pitturati di un bianco brillante mi rappresentava in maniera quasi dolorosa. Io ero il nero, tutto ciò che mi circondava il bianco. Ero il nero che si era rifiutato di fare il weekend in montagna con Andrea e i suoi amici, ero il nero che usciva di casa solo per andare a lavorare e occasionalmente per fare la spesa, il nero che era rimasto talmente scosso dall'ultima volta che aveva lasciato le confortanti mura di casa o dell'ufficio, che aveva espressamente chiesto di non essere più mandata in giro per la città a fare commissioni che non le competessero. Il nero che non aveva nemmeno il coraggio di prendere in mano il telefono e chiamare Riccardo per ringraziarlo per quella sera. Perchè in fondo Riccardo era il bianco che personificava il mondo esterno, il bianco che avrebbe potuto far domande, che avrebbe potuto prendere il nero e costringerlo ad affrontare ciò che aveva dentro, a uscire alla luce del sole e a sfumarsi nel grigio. Ed era un pensiero terrificante
Letizia Romano
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