mercoledì 6 dicembre 2017

Benvenuti nel nostro angolo

Segnalazione:


TITOLO: A Natale ti sposo
AUTORE: Evelyn J. Wolfman
EDITORE: Un cuore per capello
GENERE: Romance
PREZZO: ebook 0,99 euro
N.B: Nei giorni a seguire anche in cartaceo.




Sinossi:

Fanny Nicolas è una giovane donna dolce e fin troppo sognatrice, che non ha mai smesso di credere nel potere del Natale. A differenza di altri suoi coetanei, riesce a percepire la meraviglia in ogni cosa e a trasportarne un po' nel suo lavoro di Christmas Planner, che la tiene impegnata nel periodo dell'anno che adora. Desiderosa di cambiare aria alla prospettiva di un altro Natale in solitudine, accetta subito il lavoro che la vecchia Helsa Jensen le propone in Norvegia al Drunk Reindeer, un ranch per famiglie che purtroppo sta andando in fallimento. L'incarico sembra facile e Fanny è sicura di riuscire a portarlo a termine senza troppi intoppi, ma la ragazza non ha messo in conto l'incontro con Ben, nipote di Helsa, che tenterà in tutti i modi di farla andare via. Lui è testardo, orgoglioso e non crede che una donna dal lavoro alquanto discutibile possa risollevare e salvare la casa in cui è cresciuto. E nonostante l'attrazione immediata che li unisce, tenterà in tutti i modi di scoraggiarla, senza successo. Fanny è frizzante, non si arrende, e finirà per travolgerlo riportando in piedi non solo il Drunk Reindeer, ma anche il suo burbero proprietario.

Curiosità sull'autrice:

Evelyn Jane Wolfman è nata nel 1995 in un piccolo paesino di provincia. La natura l'ha sempre circondata ed è uno dei fattori chiave per la sua scrittura, anche se preferisce il mare e l'odore della salsedine. Ha iniziato a scrivere all'età di quindici anni, spinta dalla sua voglia di far sognare le persone con le parole come succede a lei quando si perde in un libro. Inizia pubblicando le sue prime storie su Wattpad, avendo così modo di confrontarsi con i lettori e migliorarsi. Uno dei suoi più grandi amori, oltre al canto e alle serie tv, è Erik, il suo inseparabile chihuahua e unico uomo nella sua vita.


Vi lasciamo con un estratto:

Ecco, c’era quasi, mancava solo qualche altro passo e poi sarebbe stato vicino a lei, magari avrebbe potuto sentire il profumo dei suoi capelli o del suo... santo cielo Benjamin! Riprenditi!
Quella ragazza lo stava ammaliando e, anche se sapeva che non era colpa sua, quel pensiero lo fece arrabbiare, abbandonò ogni pensiero carino nei suoi confronti e mise fine a quei pochi metri che lo distanziavano da lei con una spietata calma.
«È lei la signorina Nicolas?» Il tono freddo e carico di rabbia fece tremare le spalle della ragazza, la vide voltarsi lentamente e incatenarlo con i suoi profondi occhi verdi.
Voleva urlarle di smetterla di fissarlo in quel modo, come se lui fosse il leone cattivo e lei la povera gazzella indifesa.
«Sì, sono io» gli confermò dopo qualche attimo.
Il suono della sua voce aveva quasi mandato all'altro mondo il suo rigido autocontrollo. Non era acuta e smielata come la maggior parte delle persone normali avrebbe pensato, ma calma, dolce e leggermente roca.
«E lei è...»
«Ben, Ben Jensen» rispose quasi riluttante. Preferiva che quella bella bocca da baciare stesse zitta e non lo tentasse inconsciamente in quel modo. «Sono il nipote di Helsa» le spiegò, notando la sua espressione confusa.
«Oh! Ma certo, che stupida.» La ragazza gli sorrise e per un attimo provò il bisogno di correre in auto e scappare via, lontano da quel metro e sessanta di dolcezza. «Le porgerei la mano, ma ormai sa già come mi chiamo» riprese lei dopo un po', lasciandosi andare a una piccola risata.
La sua risata... ora sì che voleva scappare via da quel posto, ma perché sua zia aveva dovuto incaricare proprio lui di andare a prendere quella ragazza? Non poteva mandare Erik, il ragazzo delle pulizie? In fondo lui lo pagava per lavorare.
Per un attimo, un brevissimo attimo, Ben pensò che sua zia lo avesse mandato di proposito, sapendo l'effetto che la ragazza gli avrebbe fatto, ma questo era impossibile visto che sua zia sapeva solo inviare e-mail.
«Già. Quello è il suo unico bagaglio?» Puntò lo sguardo sull'enorme valigia a fiori, felice di spostare la sua attenzione altrove.
«Sì, credo che sia abbastanza grande da potermi bastare per queste due settimane.» Fanny alzò la valigia e una smorfia di dolore attraversò il suo dolcissimo viso.
«La dia a me.» Le prese il bagaglio dalla mano, senza nemmeno aspettare le sue proteste e si chiese come avesse fatto quello scricciolo a trascinarsi un peso simile fin dall'America...


Letizia Romano

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