martedì 5 dicembre 2017

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Segnalazione:

Titolo:
Johnny: Cruel Summer
Autore: Gabriele Del Buono
Editore: PE Primiceri Edizioni

Pagine: 118
Genere: Noir 




Sinossi:

Quando Johnny, un giovane dj, si ritrova suo malgrado protagonista di un mistero, decide di risolverlo con i mezzi a sua disposizione, ovvero molta curiosità e un tocco di goffaggine, specie dopo l’incontro con un commissario molto intrigante, immischiandosi così in qualcosa molto più di grande di lui. Tra sfondi cittadini e incontri dal passato, Johnny diventa detective per caso.


Biografia: 

Gabriele Del Buono, barese, classe 1988, inizia a scrivere nel mondo dei blog musicali e dei magazine online. Direttore di Prudence, Magazine di Sopravvivenza Culturale, approda nel mondo dei romanzi con #Johnny, dopo piccole avventure ebook su Amazon.

Estratto:

Mentre ero incantato a guardare Chiara, una ragazza del mio corso, la più bella, che in realtà non mi aveva mai degnato di uno sguardo, dall'alto della sua “magnificenza”, attraverso i vetri della sala lettura, vidi passare dietro di lei in cortile il ragazzo picchiato quattro sere prima. Ecco dove lo avevo già visto! In facoltà! Mollai tutto, mi scordai anche di Chiara, e per poco non mi ruppi il mento contro i vetri finestra. Ouch! Lo seguii attraverso il giardino, tra siepi e panchine, e poi sulla scala a chiocciola esterna. I passi sulle lastre metalliche dei gradini non attirarono la sua attenzione, non si voltò mai, e continuai quindi a seguirlo. Il secondo piano era affollatissimo, e per un pelo non lo persi tra gli altri studenti. “Johnny!” mi chiamò con enfasi Beatrice. “Bea non ora! Ci sentiamo dopo, ti chiamo!” dissi correndo via. Bea è una delle mie più care amiche, e la conosco dalle elementari, anche se siamo stati sempre in classi diverse pur andando alle stesse scuole, e non ci siamo mai persi. Ma di lei vi parlo dopo! Dove ero rimasto? Ah si, continuai a seguirlo fino al terzo piano, che era completamente vuoto. Si sentivano solo i nostri passi, era assurdo che non si fosse ancora accorto di me. A un tratto scomparve. Tra il bianco delle pareti e la luce accecante delle finestre che riempivano il muro alla mia destra. Aprii una porta, l'unica chiusa e lui era li, di spalle, che guardava fuori dalla finestra dell'aula. A quel punto si voltò e mi disse “Perché mi stai seguendo?” Temetti che fosse una trappola, giuro per un attimo quando è scomparso ho temuto che fosse una trappola. Quando si voltò però, con l'occhio nero e la voce tremante, era chiaro che anche lui come Rind aveva solo tanta paura.

Maria Capasso

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