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Intervista a Aurelio Spada
Mi affido spesso alla musica. Non ascolto canzoni il lingua italiana per evitare di confondermi mentre scrivo, quindi ascolto solo musica straniera. Ho scritto l’inizio di questo mio romanzo ascoltando “I’ll be good” di Jaymes Young.
Scrivo se ho qualcosa da dire, scrivo se sono preoccupato o anche solo per dare chiarezza ai miei pensieri. I miei pensieri e le mie opinioni sono sempre presenti nelle mie storie.
Ho sempre scritto storie dalle trame cupe e drammatiche provando ad eviscerare il mondo interiore dei miei personaggi. Alcuni amici mi hanno soprannominato “lo scrittore oscuro” dopo aver letto alcune delle mie storie. Negli ultimi anni mi sono affacciato anche alla scrittura erotica, infatti il mio romanzo è una contaminazione di questi due elementi.
Non c’è un libro che mi ha dato coraggio, o una spinta, per scrivere, paradossalmente è la televisione che mi ha aiutato a farlo. All’interno di un film o di una serie televisiva capita di ascoltare una voce fuori campo che guida lo spettatore a comprendere il “non detto”, una sorta di chiarezza poetica. Con la mia scrittura provo a fare la stessa cosa, rendere poetica la chiarezza.
Direi entrambi, dipende dal tipo di storia che si vuole scrivere e dal senso che le si vuole dare.
Di solito mi blocco quando qualcosa di ciò che ho scritto, oppure ideato, non mi convince. Per sbloccarmi cerco di guardare il quadro generale, rileggo tutto ciò che ho scritto prima di quel momento e cerco di sentirmi ispirato. Il più delle volte rivoluziono totalmente la storia dopo essermi bloccato, prendendo delle pieghe inaspettate persino per me.
Alcuni anni fa ho conosciuto una poetessa. Ogni volta che scrivo qualcosa di nuovo mi affido a lei, è sempre stata un valido aiuto per il miglioramento dei miei scritti.
“Il diavolo e la signorina Prym” di Paulo Coelho.
“Cuore di tenebra” di Conrad.
Grazie a Aurelio per la chiacchierata
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