lunedì 7 gennaio 2019


Benvenuti nel nostro angolo



TITOLO: L’ultimo treno della notte
AUTORE: Benjamin Lebert
EDITORE: Marco Tropea Editore
GENERE: Narrativa
PREZZO: cartaceo euro 6,00


Sinossi:
In una notte di gennaio due giovani poco più che adolescenti si incontrano sul treno che viaggia da Monaco a Berlino e cominciano a chiaccherare. Paul è uno studente di etnologia, Henry gli racconta del suo amore per Christine e della sua difficile amicizia per Jens. Paul ascolta sperando che si zittisca, tormentato dal ricordo di un amore infelice per una prostituta di lusso.
Recensione:

L’atmosfera di questa storia è cupa, al punto tale che a un certo punto ci immaginiamo nella cuccetta buia insieme ai protagonisti, a morir di freddo. La narrazione si svolge interamente sul treno, un treno notturno che, da Monaco porta i due ragazzi a Berlino. Henry è chiacchierone, ha voglia si sfogarsi, ha paura di rimanere solo, Paul invece è riflessivo e silenzioso. La notte trascorrerà a bordo del treno, mentre il primo racconta all’altro del motivo della sua partenza, di come sia arrivato a prendere questa decisione e perché. Il tutto condito con una serie di riflessioni esistenziali, piuttosto comuni tra giovani che hanno di poco superato l’adolescenza, ma che a volte scadono un po’ troppo nella filosofia e quasi nella teologia, non approfondendo ma più che altro appesantendo il discorso, e introducendoci rapidamente verso il colpo di scena praticamente telefonato, e quindi non riuscito. Un vero peccato per un romanzo breve e dalle mille potenzialità.
La narrazione è nervosa, specialmente nelle prime pagine, con frasi brevi e uso smodato del punto, che fa montare una sorta di ansia in chi legge. Man mano che andiamo avanti però la lettura diventa un po’ più fluida.
Voto: 2,5/5


Vi lasciamo con un estratto:


[…] la gente dice che nulla è per sempre. Che tutto passa e svanisce. Che nulla ti accompagna sulla tua strada per un tempo infinito. La gente si arrabbia per questo. Dice spesso che il tempo dovrebbe fermarsi. Perché certe cose non vengano spazzate via. Perché queste cose restino qui per sempre. Ma non capiscono che il tempo deve passare. Che anzi solo con il trascorrere del tempo si realizza il desiderio di infinito, di eternità. Il tempo deve passare. Le cose devono essere spazzate via. Perché si possa ricordarle. Perché continuino a vivere nel ricordo. E ci accompagnino, magari per sempre.Il che significa che forse anche noi possiamo esistere per un tempo infinito.



Claudia Simonelli

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