mercoledì 3 agosto 2022

Intervista: Sara Pilotta

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Intervista a Sara Pilotta



1)Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Intanto ti saluto e ti ringrazio per lo spazio a me dedicato.

 Il mio amore per la scrittura nasce fin da bambina, quando ottenevo bei voti nei temi scolastici o semplicemente quando appuntavo i miei segreti sul diario, ma questa passione l’ho riposta per molto tempo in un cassetto chiuso a chiave, perché, per molto tempo, non avevo più fiducia in me e nelle mie possibilità.
La gioia di ricominciare a scrivere invece è tornata l’anno scorso, durante il primo lockdown, in un periodo di profonda paura, ma anche di voglia di fare qualcosa di buono per me stessa.
Una notte feci un sogno incredibile, in cui mi scorse davanti agli occhi una splendida storia d’amore che sembrava un film d’animazione giapponese, dai toni pastello, ma dalle sequenze d’azione vivide. La mattina ho cercato in ogni modo di ricordare quel sogno che mi aveva fatto battere il cuore e lo raccontai a mio marito che mi consigliò di metterlo su carta. Io ci pensai un po’ su e poi decisi di dargli ascolto e soprattutto darlo al mio cuore. Ho acceso il mio portatile e le parole sono schizzate fuori da sole, come se fossero state lì da sempre e bramassero di venire al mondo.

2)Cosa ascolti mentre scrivi?
Dipende da cosa sto scrivendo. Durante la stesura di Alex e Anya ho ascoltato spesso: In My Blood di Shawn Mendes, perchè rappresentava la voce del protagonista maschile, un uomo tormentato, che non poteva arrendersi per nessun motivo e che, al contempo, aveva bisogno di aiuto.
Un’altra canzone che è la colonna sonora del romanzo è: Everything dei Lifehouse, dalla quale ho tratto alcune parole di una scena chiave.
Poi o restavo in religioso silenzio, oppure mettevo la playlist di Lewis Capaldi per le scene romantiche.
Attualmente invece sto optando per una playlist di pianoforte tra cui spiccano: Emanuele Fasano, Ludovico Einaudi, Giovanni Allevi, Ezio Bosso, Michele Baldi e tanti altri.

3)Quanto di te metti nelle tue opere?
Nel mio primo romanzo ho preferito far volare la fantasia e di me c’è poco, nel senso che non mi identifico in un personaggio specifico. Anya è vegetariana, Alex è un solitario, Sandy è buffa, Sameh è paziente, Joe è fedele; in ognuno di loro c’è un pezzettino di me. Per quanto riguarda i temi che si possono trovare ad esempio c’è quello della diversità, che a me è molto caro.

4)Il genere che preferisci scrivere?
Il genere che preferisco scrivere è il rosa, anche se la cosa divertente è che non amo leggerli. Mi piacerebbe anche provare a scrivere racconti brevi e storie per bambini. Il genere che mi ispira meno è il giallo, perchè non lo amo neanche da lettrice.

5)Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
Non c’è un libro che mi ha dato coraggio nell’intraprendere questa meravigliosa avventura, ma posso comunque citarne uno che, secondo me, vale la pena di leggere per la sua struttura a monologo che sorprende il lettore dall’inizio alla fine. Il libro è Dolores Claiborne di Stephen King. La protagonista è caratterizzata a tal punto che regge su di sé l’intera narrazione. A mio avviso è un romanzo che potrebbe essere presentato nei corsi di scrittura creativa.

6)Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Preferisco il discorso diretto. In Alex e Anya sono i due protagonisti a dare il loro punto di vista in una struttura a “cascata”, senza capitoli, così da far fluire meglio i pensieri. Nel prossimo libro sarà la protagonista femminile a parlare.

7)Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Se rimango bloccata non mi ostino a scrivere e magari poi cancellare tutto; faccio una pausa, rimetto in ordine i pensieri e magari effettuo delle ricerche inerenti alla storia, da cui prendere spunti.

8)Hai una beta reader per le tue storie?
Sì, ho dei beta reader, tra i quali mio marito che è il mio primo giudice e la scrittrice e poetessa Marta Telatin per la quale nutro profonda ammirazione. La mia editor invece è Miriam Mastrovito, di cui ho apprezzato il romanzo Reborn, un horror delizioso.

9)Il primo libro letto?
E chi se lo ricorda! Ne sono passati talmente tanti! Forse Il mago di Oz, Il giardino Segreto o Sognavo l’Africa.

10)Il tuo libro preferito?
Di solito quando agli altri fanno questa domanda non si espongono, dicono che ce ne sono troppi e in parte hanno ragione. Il libro che ha acceso il mio amore per la lettura e che, a suo tempo, mi sconvolse è 1984 di George Orwell. Un romanzo straordinario che penso tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita e che scelsi come discussione di inglese alla maturità

Grazie a Sara per la chiacchierata

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