giovedì 4 agosto 2022

Intervista a Domenica Lupia

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Intervista a Domenica Lupia



1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura vera e propria è nata durante il terzo/quarto anno del liceo Classico. Il mio docente di lettere era una persona straordinaria e mi ha sempre spronata con nuove sfide e proposte differenti spingendomi non solo a mettermi in gioco ma insegnandomi una massima, uno stile di vita che porto ancora con me: “Devi sempre scrivere la verità e per farlo devi essere pronta a vincere o a perdere tutto.”

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Durante la stesura di un libro di solito non ascolto musica, ci siamo solo io, la carta e la penna ma la musica è parte fondamentale del mio vivere la scrittura difatti trascorro molti mesi a camminare in solitaria e ad ascoltare musica prima che arrivi l’idea giusta. Di solito ascolto quel genere di musica che è più simile alla poesia come De André, De Gregori, Guccini ma anche tantissimo glam rock: Queen, David Bowie, Kiss sono solo una piccola parte di ciò che ascolto.

3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Nelle mie opere c’è tanto di me ma non a livello esplicito, per esempio in Lacryma i tre personaggi non sono altro che facce della stessa medaglia, della stessa persona e personalità: il carnefice e le due vittime che io, come tanti altri esseri umani, sono stata. Non c’è un carnefice esterno, è sempre dentro di noi. Per il resto inserisco molto di ciò che ho imparato involontariamente: sono una persona molto curiosa e con molta memoria per cui spesso la soluzione per un passaggio mi viene scodellata davanti dal mio cervello in breve tempo.

4) Il genere che preferisci scrivere?
Amo addentrarmi nell’aspetto psicologico delle relazioni umane, di solito fra poche persone e senza la distrazione del mondo esterno. Tendo a scegliere di utilizzare pochi personaggi immersi in realtà piccole, strette e soffocanti. Amo la crudezza ma anche la poesia che si nasconde dietro quello che chiamiamo “squallore”.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
In realtà non è stato merito di un libro ma di una lunghissima riflessione. Avevo perso la bussola e cercavo di impegnarmi in migliaia di hobby, passioni e attività che, per quanto mi riuscissero, non mi lasciavano nulla. Ero comunque infelice e svuotata. Dopo qualche tempo ho rivoluzionato la mia vita, l’ho ripresa in mano e ricostruita e sono tornata alle parole di quel mio docente di lettere ricordandomi che la mia strada c’era solo che l’avevo lasciata per correre dietro a cose più effimere.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Dipende. Spesso il discorso diretto mi permette di mettere direttamente nero su bianco la crudezza o la verità senza che di mezzo ci possano essere interpretazioni o spiegazioni varie. Arriva così: come un pugno. Altre volte però il discorso indiretto si posiziona talmente bene all’interno del pezzo che non posso non coltivarlo.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Quando mi capita di bloccarmi devo innanzitutto capire come mai sta accadendo. Alle volte semplicemente non ho un’idea che valga la pena scrivere, sviluppare e allora lascio perdere finché non arriva quella giusta. Se invece l’idea c’è, la sto già sviluppando ma mi trovo di fronte a un muro (che sia pratico o solamente emotivo) metto gli auricolari e vado, cammino senza meta. Di solito torno a casa con la soluzione.

8) Hai una beta reader per le tue storie?
Niente beta, non comunque fino a progetto completamente finito. Ho una formazione artistica e non ho mai amato mostrare delle opere incompiute, vale anche per la scrittura: di solito il testo può essere letto solo dopo l’editing e la correzione di bozze, in ogni caso quando il progetto generale è già strutturato (nel bene o nel male) perché credo che nella fase di stesura non debba esserci l’influenza di un altro tipo di sensibilità.

9) Il primo libro letto?
Mia madre è un’ex insegnate di lettere e mi piazzò in mano “Quo Vadis” come primo libro. Direi che non è stata un’infanzia leggera.

10) Il tuo libro preferito?
 Non so se direi preferito in assoluto perché col tempo ne ho letti altri che mi hanno appassionata moltissimo ma se devo scegliere un titolo solo credo che direi assolutamente “Narciso e Boccadoro” di H. Hesse. Quel libro ebbe la capacità di sconvolgermi e mi sconvolge ogni volta che lo rileggo a distanza di anni donandomi sempre qualcosa in più. Penso che sia il libro del mio cuore e che lo resterà nonostante tutto.

Grazie a Domenica per la chiacchierata

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