lunedì 6 giugno 2022

Intervista a Monica Brizzi

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Intervista a Monica Brizzi


1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Dai libri, e quindi dalla lettura. A un certo punto, ero poco più che una bambina, ho capito che immergermi nelle storie degli altri non mi bastava e che avevo bisogno di qualcosa in più. Così ho cominciato con diari, racconti, pezzi di storie. E piano piano è arrivato il resto.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Dipende dal libro, dipende dal progetto. Fino a qualche tempo (e romanzo) fa ascoltavo tanta musica, principalmente in inglese per non confondermi durante la stesura. Ma negli ultimi tempi preferisco il silenzio, le parole scivolano fuori con più facilità se non ci sono interferenze.

3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Tanto, tantissimo. Ogni mio personaggio, specialmente se femminile, ha qualcosa di mio. Cerco di dare alla figura che creo i connotati che conosco, e sebbene siano sempre diversi, l’intenzione è quella di permettere ai miei libri di raccontare storie ma anche la società, dunque c’è sempre un tema importante che tratto, e il pensiero delle ragazze è spesso il mio.

4) Il genere che preferisci scrivere? 
Romance, senza dubbio, è quello che trovo più affine. Ma pure distopico, fantasy e horror. Ogni tanto lavoro anche su uno storico, ma mi rendo conto che è decisamente complesso per il mio modo di raccontare.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
Il primo libro che ho pubblicato è stato Innamorarsi ai tempi della crisi, un romance particolare che nelle prossime settimane verrà rieditato. È grazie a lui che mi sono buttata, ma non so se ce n’è stato uno che ho letto e che mi ha spinto a farlo. Forse Il diario di Bridget Jones? Chissà!

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Amo i dialoghi, a volte penso che potrei scrivere un libro fatto solo di dialoghi. Trovo il discorso indiretto molto elegante, ma anche più inafferrabile, ho l’impressione che faccia meno presa. Adoro che i personaggi parlino e che raccontino storie, emozioni e sensazioni dando voce a ciò che pensano.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Sedermi e scrivere. Anche se sono parole buttate al vento, una storia che non vedrà mai luce, un progetto che non ha capo né coda, sedermi davanti al computer e mettere mano alla tastiera è la miglior cura per quelle giornate in cui la voglia e la necessità sono pari a zero.

8) Hai una beta reader per le tue storie?
Al momento ho due beta reader, senza le quali non saprei come fare. Sono lettrici e confidenti, sono sincere e sentono le storie che scrivo proprio come vorrei. Quando le è possibile, c’è un’altra ragazza che si aggiunge al team.

9) Il primo libro letto?
Quello che ricordo con più lucidità è Diario di Anna Frank. Avevo 11 anni, alle elementari ci presentavano testi come Le Streghe, ma io volevo di più. Ne ho letti altri, prima, ma è stato quello che ha cambiato la mia prospettiva. La fortuna è che sia a casa mia che a casa dei nonni, la libreria era immensa. C’erano testi per ragazzi e non, e ho avuto la possibilità di scegliere cosa leggere senza pressioni o giudizi.

10) Il tuo libro preferito?
Domanda difficilissima! Me ne piacciono troppi, tutti di generi diversi. Leggo distopici e classici, fantasy e romance, mainstream e storici. È difficile scegliere. Posso farlo solo se ci ragiono da un punto di vista oggettivo, e allora dico Harry Potter, perché mi ha accompagnata tra scuola e università ed era un punto fisso con i miei più cari amici.

Grazie a Monica per la chiacchierata

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