sabato 22 dicembre 2018

Benvenuti nel nostro angolo

Titolo: Tra le pagine di un libro
Autore: Sonia Gimor
Editore: Gilgamesh Edizioni
Genere: Romanzo Rosa
Prezzo: Ebook 2.99 - Cartaceo 12.75


Sinossi
«Sai cosa dovresti fare?» «Cosa?» «Quello per cui sei nata: scrivici un libro.» Lo guardo sorpresa. «Vuoi dire un libro su tutto questo?» Non ci avevo pensato fino a questo momento, eppure l'idea prende velocemente piede nella mia mente. «Certo. Su tutte le cose che hai visto succedere in questi anni nel mondo del rosa.» «Ma io scrivo romanzi d'amore...» Ammicca sornione. «Per quello ci sono io, no?» Rido, ma il mio cervello ormai è in movimento e sta già delineando la bozza di ciò che potrei inserire in una storia del genere. «Quindi vorresti che includessi la nostra storia in questo romanzo?» Mi sfiora il naso con le labbra. «Basta che tu mi descriva bello e irresistibile» ci tiene a precisare. «Un libro sul mondo rosa. Una storia d'amore tra un editore e una delle sue autrici. Un libro di denuncia verso ciò in cui in tutti questi anni mi sono imbattuta. Mi piace!» sancisco decisa. «Bene. Ora manca solo il titolo... posso suggerire?» Lo guardo curiosa. «Cosa propone il mio editore?» «Cosa ne dici di "Tra le pagine di un libro?»

Recensione
E’ dura dover stroncare un libro pubblicato da una casa editrice che nutro una certa stima. La Gilgamesh Edizioni con “Tra le pagine di un libro” ha fatto, a mio avviso, uno sbaglio enorme. Personaggi piatti, scarni, banali che sembrano usciti dai soliti romance che vanno tanto di moda. Non solo. Lo stile della narrazione è alquanto puerile, privo di pathos e la storia d’amore porta alla noia più totale. Inoltre viene data una visione dell’Editoria sbagliata e rischia davvero che le lettrici abbiamo una concezione di tale mondo erronea. Il mondo dell’Editoria è molto più complesso e per chi ha lavorato in quel settore sa cosa vuole dire pubblicare un manoscritto inedito. Ci sono troppe incongruenze con la realtà dei fatti e questo penalizza pesantemente Sonia Gimor. Creare una storia sull’Editoria e per di più in maniera negativa è un insulto a chi studiato Editoria all’Università e ha una certa preparazione in tale settore. Inoltre per entrare nella grossa editoria occorre un agente letterario aspetto di primissima rilevanza. Mi spiace che la Gilgamesh abbia voluto pubblicare un libro che è un insulto ai chi lavora in ambito editoriale. Se fossi stato editor l’avrei rifiutato senza precedenti perché prima di pubblicare un testo bisognava avere la compiacenza del rispetto nei confronti di chi lavora in tal settore. Infine non si scalano le classifiche in quella maniera ma grazie al passaparola, all’interesse dei librai che sanno proporre libri di qualità e soprattutto l’arguzia di saper affrontare tematiche che possano colpire le persone senza però eccedere in certi aspetti scandalosi creati appositamente. Mi spiace ma per me è un no. E’ un no perché tre quarti del libro non rispecchiano la realtà.
E’ un no perché per emergere in editoria bisogna faticare e non scendere a compromessi. È un no perché gli editor rappresentano la serietà di una casa editrice. Mi auguro in una riflessione dell’autrice. E lo dico da autore nel profondo del mio cuore.

Vi lasciamo con un estratto
Ho passato l’intera mattinata in palestra, sperando di sfogare un po’ la necessità che sento di lei in ogni muscolo, ma non è servito a nulla. Ha vinto lei, come sempre. La odio, ma mi fa stare bene. Tiro su con il naso e abbasso le palpebre, inebriandomi del piacere che mi scorre sotto la pelle. È quasi istantaneo. 
So che l’effetto non durerà molto, quindi prendo la bustina e la infilo nel taschino interno della giacca, per qualsiasi evenienza. 
Sto peggiorando, ne sono consapevole. Fino a qualche tempo fa non la portavo con me, non ne sentivo il richiamo costante e non mi rassicurava l’idea di averla in tasca. Ora è un bisogno, una necessità. La odio. 
Tasto il taschino, mi guardo un’ultima volta allo specchio e mi dirigo verso l’uscita, dove l’autista mi sta aspettando paziente per scortarmi fino a destinazione. Maschero lo sguardo dietro a un paio di occhiali da sole a specchio e salgo nella BMW nera, dove mi rilasso sul sedile. La coca mi fa stare bene, mi carica e mi inebria, in un certo senso.

Domenico Del Coco

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