mercoledì 26 ottobre 2022

Intervista a Caterina Franciosi

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Intervista a Caterina Franciosi



1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
La passione per la scrittura, così come quella per la lettura, mi accompagna da sempre, anche se solo negli ultimi anni sono riuscita a mettere ordine fra la miriade di idee che conservo da anni nel cassetto e a concretizzare i miei progetti. Dopo alcuni ebook pubblicati per la casa editrice digitale Delos Digital, ad aprile 2021 è uscito “Ballo in maschera”, racconto romance Regency che ha inaugurato la serie “Colpo di Fulmine” di Milena in Love (Milena Edizioni). In “Ballo in maschera” racconto la storia di Victoria, che alla festa in maschera di villa Hyatt è alla ricerca dell’amore della sua vita, anche se dovrà prima vedersela con una madre opprimente e un cavaliere piuttosto maldestro. Proprio come gli altri volumi della collana (al momento sono usciti “La stazione termale” di Serena Lavezzi, “Al riparo dai sogni” di Cristina Biolcati” e “E vissero felici e imperfetti” di Federica Cabras), “Ballo in maschera” è una storia d’amore rapida e frizzante, in cui ho voluto infondere un senso di “leggerezza” di cui io, in primis, avevo bisogno in questo periodo.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Di solito scrivo nel silenzio del mio studio, con i miei libri e i miei gatti. La fase musicale avviene prima, durante l’elaborazione iniziale delle idee, di solito mentre sono in auto oppure in pausa pranzo al lavoro. Nelle mia playlist non mancano mai i Queen, Bon Jovi e tanti altri “mostri sacri” del passato, ma sono anche appassionata di commedie musicali come “The Blues Brothers” o di musical veri e propri come “Jesus Christ Superstar”. E guai a chi mi tocca le canzoni della Disney!

3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Dipende. A volte mi diverto a immaginare come mi comporterei io in determinate situazioni, altre a come non mi comporterei. In “Ballo in maschera” ho cercato di “immedesimarmi” nel lontano passato dell’Inghilterra del periodo della Reggenza, attingendo alla mia passione per la letteratura inglese e ad opere come “Orgoglio e pregiudizio” o la più moderna saga di Bridgerton di Julia Quinn. Il mondo che ho descritto nel racconto è di certo molto differente da quello in cui viviamo oggi, eppure ho cercato di inserire un piglio moderno unito a un tocco di ironia nel personaggio di Victoria, la protagonista.

4) Il genere che preferisci scrivere?
Tutto ciò che a che fare con il “fantastico”, declinato in ogni sua sfumatura. E non parlo necessariamente di magie e stregonerie: anche il nostro quotidiano è pieno di eventi “straordinari”. Anche quello di Victoria in “Ballo in maschera”. Provare per credere!

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura.
Tanti, ma per citarne uno direi “On writing” di Stephen King. Oltre a parlare della sua vita e delle sue esperienze (più o meno condivisibili), King riesce a dare consigli di scrittura concreti, di facile comprensione e immediati. Consigli di cui ho fatto tesoro e che cerco di tenere sempre in mente ogni volta che scrivo.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Dipende da cosa sto scrivendo. In racconti brevi come “Ballo in maschera” preferisco lasciare più spazio al discorso diretto, senza portarlo ovviamente all’esasperazione.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Prendere una piccola pausa, soprattutto per far riposare la mente e lasciar sedimentare le idee; il saggio Ovidio diceva che “un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante”. Occorre sapersi ascoltare e darsi tempo; penso sia inutile sforzarsi di lavorare su un testo controvoglia e con il solo risultato di provocarsi mal di testa lancinanti. Meglio prendersi qualche giorno di pausa e riprendere in serenità da dove ci eravamo interrotti.

8) Hai una beta reader per le tue storie?
I miei compagni di avventure e “partner in crime”, che ascoltano con infinita pazienza i miei deliri letterari e non. Li ringrazio uno per uno: loro sanno perché.

9) Il primo libro letto?
Non ricordo il primo volume letto in maniera indipendente, ma fin da piccola i libri sono sempre stati presenti nelle mie giornate. Quando non sapevo ancora leggere, mia nonna lo faceva per me: fiabe che parlavano di animali parlanti, reami lontani, mondi incantati e avventure oltre i confini del mondo. Elementi che si sono poi evoluti nei miei attuali gusti letterari.

10) Il tuo libro preferito?
Questa è una delle domande a cui faccio sempre fatica a rispondere. Suppongo di non averne uno soltanto, ma diversi a seconda del periodo e dello stato d’animo in cui mi trovo. Giusto per citarne alcuni: “American Gods” di Neil Gaiman, “L’ora delle streghe” di Anne Rice, “Le nebbie di Avalon” di M. Z. Bradley o “22/11/’63” di Stephen King. Ognuno di essi – così come tanti altri – possiede aspetti caratteristici che lo hanno reso unico ai miei occhi.


Grazie a Caterina per la chiacchierata


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