mercoledì 20 luglio 2022

Intervista a Raffaele Mutalipassi

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Intervista a Raffaele Mutalipassi



1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
LA VITA OSTILE è un’autobiografia dedicata soprattutto a mia figlia di 20 anni che ha vissuto da sempre lontano dall’Italia affinché conosca e rifletta sulle radici di suo padre e della mia famiglia di origine. Quando un paio di anni fa sono andato in pensione mi sono accorto che mia figlia non mi conosceva. Come padre assente mi sono sentito nella obbligazione di dedicarle questo libro.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Sto in silenzio ascoltando la mia anima e che mi venga l’ispirazione giusta.

3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Come accade a chi scrive un’autobiografia nulla viene nascosto della propria vita privata (confessioni a 360 gradi sono inevitabili passando da notizie, tante notizie, di vita normale ad altre più particolari e, a volte, scabrose); questo desiderio di “vuotare il sacco”, anche per me, deriva sia dalla volontà di mettere ordine sugli avvenimenti trascorsi e colmi di delusioni e soddisfazioni e sia per ricucire una vita, fatta di tante vite in tante parti del mondo, anelando alla ricomposizione di tutti questi tasselli sotto il tetto di una unica casa virtuale dove gli affetti familiari, stretti o prossimi ma in realtà mancati, si vorrebbe che si ricongiungessero.

4) Il genere che preferisci scrivere?
Non sono certo uno scrittore di professione. Diciamo che scrivo per hobby e che ho intenzione di coltivare questo hobby in modo più assiduo e continuativo nel futuro. Mi piacerebbe scrivere un libro sulla filosofia applicata ai nostri giorni.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
Non esiste un libro che mi dato il coraggio di scrivere. Sono molte e svariate invece le motivazioni che mi hanno indotto a scrivere il libro. A parte quella di farmi conoscere da mia figlia, sentivo la necessità di mettere un po' d’ordine ad una vita, la mia, disordinata e vissuta senza un attimo di tregua. Il racconto poi non è strettamente legato alle mie vicissitudini personali ma si svolge sullo sfondo dei grandi avvenimenti che hanno caratterizzato la storia degli ultimi 70 anni. Racconta inoltre delle mie missioni di lavori nei paesi dell’Africa nera più profonda, in Asia e in America Latina ed anche del mio amore struggente per l’Italia e l’odio viscerale per gli italiani. Mi piace pensare inoltre che è anche un libro che rappresenta lo specchio della mia generazione che è stata unica e che a poco a poco sta scomparendo.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Non c’è una preferenza particolare anche se nel mio caso ho utilizzato il discorso diretto.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Mi aiuta una pausa di riflessione. Soprattutto rifletto durante la notte. Ed il più delle volte quando mi sveglio al mattino ritrovo la vena giusta per continuare a scrivere.

8) Hai una beta reader per le tue storie?
No, assolutamente.

9) Il primo libro letto?
“Gli Indifferenti” di Alberto Moravia.

10) Il tuo libro preferito?
“Le leggi fondamentali della stupidità “di Carlo M. Cipolla.


Grazie a Raffaele per la chiacchierata

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