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Segnalazione
Sinossi
Doveva essere una vacanza spensierata per Antonio e sua madre, da trascorrere a casa di zia Adele. Si ritroveranno invece prigionieri di una follia che dilagherà priva di freni, facendoli sprofondare in un labirinto senza fine di rancore e vendetta. In questo humus di malvagità, e tormentato dal suo passato, Antonio scoprirà che i suoi incubi sono reali e che non c'è via di scampo quando il male è accanto.
Sinossi
Cronache di ordinaria follia con contorno di assurdità alla piastra.Quando ho cominciato a fare la bookblogger, pensavo che fosse un'attività fighissima. Parlare di libri, di lettura, di tutte le cose che mi piacciono. Può mai esserci qualcosa di più bello?
In effetti fare la bookblogger, tendenzialmente, è davvero una cosa fighissima.
Almeno fin quando non sbatti il naso contro un caso umano. E, credetemi, di casi umani ce ne sono a bizzeffe. Con il tempo è andata a finire che mi preoccupo se non ne incontro almeno uno al giorno.
Il disagio è tra noi. Rassegnamoci. Pertanto, ho deciso di raccogliere in questo quaderno tutti i miei sfoghi, quelli che "vorrei ma non posso". Perché una bookblogger deve essere politically correct...
Ma, per la miseria, quanti di voi vorrebbero dire al disagiato di turno "ma che sei scemo?"
Ecco, questo è il quaderno che rende giustizia a tutti i "ma che sei scemo?" che non potete dire esplicitamente. Lo sfogo di una blogger che dà voce, finalmente, a quello che non si ha il coraggio di dire. Senza pietà e senza peli sulla lingua. E chi si sente toccato... beh... guardi il suo armadio, avrà una collezione di scheletri...
Sinossi
Ho sempre cercato un fratello, qualcuno che fosse come me: non colpevole.
A dodici anni, Dèsirèe ha dovuto imparare in fretta. Preparare il latte in polvere, cambiare i pannolini, infilare e sfilare tutine, tagliare le unghie, interpretare le mille sfumature del pianto.
È stata lei a prendersi cura di Zakaria nei suoi primi mesi di vita. Se chiude gli occhi, lo rivede.
È «un chicco di caffè» con le mani grinzose e qualche ricciolo «disegnato a carboncino sulla testa rotonda». Ha i suoi stessi occhi a mandorla – anche se la pelle di colore diverso – e la stessa madre che, trincerata dietro la porta del bagno, cede ogni giorno di più al ricatto della dipendenza per «guardare il mondo sottosopra, la testa rovesciata all’ingiù». Questo libro Dèsirèe lo ha scritto per lui, Zakaria: per trovarlo, ovunque sia oggi. Per raccontargli la storia della sorella che non sa di avere e che lo ha accudito prima che una famiglia per bene lo adottasse. Il racconto di una bambina che ha conosciuto la violenza, l’abbandono e la morte mentre i suoi coetanei dismettevano il quaderno con i quadretti grandi per passare a quello con i quadretti piccoli; di una ragazza cresciuta in una comunità, poi in un centro diurno e poi in un progetto di autonomia guidata; di un’adolescente che ha trovato il coraggio di amare ed essere amata, nonostante tutto; di una donna che ha avuto paura di non farcela, e ce l’ha fatta. Una storia difficile, che nelle parole di Dèsirèe diventa il racconto vivido dell’Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90; un inno alla capacità degli uomini di superare i dolori più grandi, imparando a guardarli in faccia fino a che non diventano preziosi.
Ma nel passato di Caterina c’è molto di più. Nata in Germania, figlia illegittima di un contadino lituano, prima che l’incontro con l’imperatore di Russia le cambiasse il nome e la vita, Caterina era Marta: sposa poco più che bambina di un soldato svedese, domestica al servizio di un pastore in Lettonia, prigioniera dell’esercito russo, serva del principe Mensikov. Non c’è sopruso, violenza o barbarie che Marta non abbia provato sulla sua pelle, e adesso che lo Zar è morto l’ultima, decisiva battaglia la attende: quella per il potere.
La parabola drammatica e trionfale di Caterina I di Russia rivive in un racconto storicamente accurato, trascinante, appassionato e appagante come solo la vita vera sa essere.
È stata lei a prendersi cura di Zakaria nei suoi primi mesi di vita. Se chiude gli occhi, lo rivede.
È «un chicco di caffè» con le mani grinzose e qualche ricciolo «disegnato a carboncino sulla testa rotonda». Ha i suoi stessi occhi a mandorla – anche se la pelle di colore diverso – e la stessa madre che, trincerata dietro la porta del bagno, cede ogni giorno di più al ricatto della dipendenza per «guardare il mondo sottosopra, la testa rovesciata all’ingiù». Questo libro Dèsirèe lo ha scritto per lui, Zakaria: per trovarlo, ovunque sia oggi. Per raccontargli la storia della sorella che non sa di avere e che lo ha accudito prima che una famiglia per bene lo adottasse. Il racconto di una bambina che ha conosciuto la violenza, l’abbandono e la morte mentre i suoi coetanei dismettevano il quaderno con i quadretti grandi per passare a quello con i quadretti piccoli; di una ragazza cresciuta in una comunità, poi in un centro diurno e poi in un progetto di autonomia guidata; di un’adolescente che ha trovato il coraggio di amare ed essere amata, nonostante tutto; di una donna che ha avuto paura di non farcela, e ce l’ha fatta. Una storia difficile, che nelle parole di Dèsirèe diventa il racconto vivido dell’Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90; un inno alla capacità degli uomini di superare i dolori più grandi, imparando a guardarli in faccia fino a che non diventano preziosi.
Sinossi
Palazzo d’Inverno, febbraio 1725. Quando lo zar Pietro il Grande esala l’ultimo, travagliato respiro, sua moglie Caterina I è la regina astuta e seducente che tutti hanno imparato a temere e ad ammirare. La donna piena di risorse che ha profuso ogni sforzo pur di rimanere al fianco dell’imperatore; colei che più di ogni altra lo ha amato e odiato, salvato e tradito, subito e saputo domare.<Ma nel passato di Caterina c’è molto di più. Nata in Germania, figlia illegittima di un contadino lituano, prima che l’incontro con l’imperatore di Russia le cambiasse il nome e la vita, Caterina era Marta: sposa poco più che bambina di un soldato svedese, domestica al servizio di un pastore in Lettonia, prigioniera dell’esercito russo, serva del principe Mensikov. Non c’è sopruso, violenza o barbarie che Marta non abbia provato sulla sua pelle, e adesso che lo Zar è morto l’ultima, decisiva battaglia la attende: quella per il potere.
La parabola drammatica e trionfale di Caterina I di Russia rivive in un racconto storicamente accurato, trascinante, appassionato e appagante come solo la vita vera sa essere.
Sinossi
“Asher è il mio battito mancato, il mio respiro affannato, il mio sorriso sincero. Il mio pericolo più grande.” Avete presente il bianco e il nero, il giorno e la notte, la luce e il buio? Beh, alcuni amori sono proprio così, perché mentre si fanno la guerra, imparano anche ad amarsi; perché mentre perdono i loro contrasti, trovano anche le sfumature più belle.
Quando Amanda Wheels si trasferisce a Boston per realizzare i suoi sogni, la sua vita è tutta luce, nessuna zona d’ombra, nessun accenno di grigio, fino a quando nella sua nuova stanza, non s’imbatterà nello sfacciato, insolente e tatuato Asher Pray. Le loro vite non potrebbero essere più diverse, i loro contrasti più netti, eppure nessuno dei due saprà resistere alla guerra silenziosa e passionale che faranno i loro occhi, ogni volta che saranno nella stessa stanza.
Asher allora sarà in grado di tenere Amanda fuori dai suoi casini, dalla sua vita pericolosa e dal suo cuore di ghiaccio? Voi tenete bene a mente il bianco e il nero, il giorno e la notte, la luce e il buio. Perché alcuni amori sono come una tela bianca ancora tutta da sporcare...
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