martedì 16 luglio 2019

Benvenuti nel nostro angolo 

Intervista alla collana Policromia



1) Cosa ti ha spinto in questa avventura?
Mi è sempre piaciuto lavorare con e per i libri, e soprattutto avere qualcosa non dico di mio, ma di cui “disporre” in ampia libertà, senza dover sempre rendere conto a qualcuno di superiore, come un datore di lavoro. Quando ho saputo che PubMe apriva nuove collane editoriali mi sono lanciata, ho proposto la mia candidatura... et voilà J

2)C’è un motivo in particolare nella scelta del nome?

Policromia si occupa di opere non di genere, o meglio di narrativa mainstream. Siccome ho voluto evitare da subito che fosse un calderone dove gettare di tutto, tutto ciò che non rientra in generi precisi, ho preferito mettere un paletto. Policromia è l’impiego di più colori in vari ambiti, ma nel mio caso designa un insieme di opere che non appartengono a un genere preciso e che hanno in sé tante tematiche importanti, e spesso “tabù”, come depressione, omosessualità, droga, anoressia, sessualità...

3)Perché hai deciso di metterti in gioco, anche se il settore dell’editoria non è tra più redditizi?

Perché, come scrivevo prima, ho sempre desiderato lavorare nei libri, e quando mi è stata offerta l’opportunità non me la sono lasciata scappare. Penso che al giorno d’oggi, soprattutto chi tra noi è più giovane, se ha una passione è bene seguirla, anche se non del tutto redditizia. L’Italia offre poco, e la vita è una sola: perché sprecarla a fare quello che non ci piace? Ho trovato il coraggio e mi sono buttata. Speriamo di cadere in piedi o comunque con il sedere.

4)Parlaci un po’ delle tue passioni.

Libri e scrittura a parte, mi piace stare a contatto con la natura, infatti ho un giardino e un orto. Amo anche gli animali, soprattutto i gatti (ne ho una decina), e la musica rock e metal – anche se ascolto pure anni settanta e ottanta e quella francese. Mi piace anche la fotografia e la pratico in modo amatoriale.

5)Ti occupi anche di altro?

Il lavoro principale è quello di editor freelance, che svolgo dal 2015. Sono anche blogger (www.emanuelanavone.it) e media partner del Collettivo Scrittori Uniti. Mi cimento pure in romanzi e racconti, di cui “Io sono l’usignolo”, thriller, è uscito recentemente nella sua nuova edizione.

6)Il primo libro che hai letto e ti ha emozionato.

Il primo libro che ho letto, vero libro, penso sia stato o Carrie o It di Stephen King. Il primo romanzo che mi ha emozionato, e che mi emoziona, è stato La storia infinita di Michael Ende.

7)Un autore con cui vorresti prendere un caffè.

Il buon Re, Stephen King. Lo leggo da quando avevo una decina d’anni ed è come se fosse il mio “mentore”, la mia guida nella scrittura.

8)Quanto è difficile rifiutare un manoscritto di una persona amica?

Molto, perché hai sempre paura di ferirla e che non possa capire che una casa editrice non può accettare di tutto, vuoi perché certi romanzi sono scritti davvero male, vuoi perché in un dato momento cerchiamo altri argomenti. Per fortuna capita raramente!

9)C’è qualcuno che ti ha incoraggiato nel tuo progetto?

Di certo mia madre, ma lei sostiene praticamente tutto quello che faccio, purché non siano cavolate!

10)Parlaci di te.

Mah, a parte quanto scritto prima non mi reputo una persona troppo originale. Sono però una grande sognatrice... nel senso che mi perdo spesso nel mio mondo, sempre a inventarmi storie nella testa – alcune poi le metto su carta. A una compagnia chiassosa preferisco pochi ma buoni amici o anche rimanere da sola con i miei pensieri. Viaggio anche spesso in solitaria, cosa forse strana per una donna, ma ho tempi e ritmi diversi dalle persone “normali” e spesso interferiscono con quelli degli altri. E sono capace di macinarmi duemila chilometri in pochi giorni solo per assistere a un concerto... il mio punto debole!

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