martedì 28 maggio 2019

Benvenuti nel nostro angolo

Titolo: Se questo è un uomo
Autore: Primo Levi
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa
Prezzo: Ebook 6.99 - Cartaceo 10.20


Sinossi
Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

Recensione
Una lettura formativa, importante, una di quelle che renderei obbligatorie per legge. Ne avevo letto alcuni brani sparsi durante gli anni della scuola ma, si sa, in quel frangente l’approccio a certi capolavori è completamente diverso. “Se questo è un uomo” è la cronaca nuda e cruda della permanenza di Primo Levi nel campo di sterminio di Monowitz, costola del più tristemente famoso campo di concentramento di Auschwitz. Di quel periodo storico conosciamo ormai tutti i dettagli, da quelli più macabri a quelli tristi, fino ad arrivare a quelli che provocano vera e propria rabbia.

L’opera di Primo Levi però, durante la lettura lascia sulla pelle una sensazione diversa da quello che può essere un altro classico come il diario di Anna Frank; nel diario avvertiamo l’eterno terrore di chi si nasconde, la frenesia di chi sa che potrebbe essere tradito da un momento all’altro, la paura folle di dover partire come prigioniero con la quasi totale certezza di non far più ritorno a casa. Certo, è pur vero che il diario di Anna Frank è stato scritto proprio nel periodo in cui lei e la sua famiglia si nascondevano, mentre “Se questo è un uomo” è stato composto successivamente alla liberazione dell’autore.

Ciò che colpisce è il distacco col quale Levi esprime certe sensazioni, quasi come se le avesse viste dall’esterno e non come se le avesse vissute sulla propria pelle; di sicuro elaborare certe vicende non deve essere stata cosa facile e inoltre una cosa risulta evidente pagina dopo pagina: il lager riuniva persone appartenenti a moltissime categorie, nazionalità e livelli sociali e li metteva tutti sullo stesso livello. L’unico modo per riuscirci era privarli di tutti i loro effetti personali, marchiarli e farli diventare dei semplici numeri, vestirli di una divisa e fornirgli il minimo indispensabile alla sopravvivenza. Questo li portava si allo stesso livello, ma quale? Levi più volte dichiara che la vita del lager li aveva portati a dimenticare quelli che, quando erano ancora dei civili consideravano valori, come la lealtà, l’amicizia, il rispetto della proprietà privata. Ma quando ci si ritrova nelle condizioni di deportati tutto diventa diverso, spietato; “Mors tua vita mea” dicevano i latini, e questo era il motto di chiunque avesse voglia di vivere un giorno in più, chiunque sognasse anche soltanto l’alba del giorno dopo. Ciò che fa male però è la calma, la freddezza e la pacatezza con cui queste cose vengono raccontate, come se si parlasse di una passeggiata al mare, come se tutto ciò che è accaduto fosse una cosa assolutamente normale. Allora la domanda diventa lecita, scontata: cos’è un uomo? Questo è un uomo?

Se non l’avete ancora letto, fatelo. Se avete dimenticato, rileggetelo.

Queste cose non vanno dimenticate. L’umanità non deve dimenticare.


Vi lasciamo con un estratto
“Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.”

Claudia Simonelli



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