lunedì 4 gennaio 2021

Intervista a Bianca Rita Cataldi

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Intervista a Bianca Rita Cataldi



1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Mi è sempre piaciuto raccontare storie, credo sia qualcosa che ho ereditato da mia madre, insegnante di italiano. Tuttavia, la scintilla è scattata quando mi è stato regalato il mio primo computer. Avevo undici anni e non mi era permesso di navigare in internet, quindi tutto ciò che potevo fare era scrivere, ed è partito tutto da lì.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Di solito preferisco non ascoltare nulla: la musica tende a deconcentrarmi o a farmi scrivere in modo diverso, più ‘elettrico’. Non mi rilassa, non mentre sto facendo altro.
3) Quanto di te metti nelle tue opere?
O
ramai quasi nulla: l’autobiografismo è qualcosa che appartiene alle primissime opere, poi grazie a Dio lo si perde per strada. Senz’altro in ogni libro c’è - in parte - ciò che vedo, sento e vivo, ciò che mi è stato raccontato, ma è tutto così mescolato che è ormai impossibile ricollegarlo a me.
4) Il genere che preferisci scrivere?
Narrativa pura e semplice, con una certa tendenza alle storie familiari.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
Non so se ci sia stato un libro in particolare, ma il mio preferito quando ho iniziato a scrivere era Non mi uccidere di Chiara Palazzolo.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Entrambi. Il diretto mi diverte, ma non bisogna usarlo troppo spesso o si finisce per scrivere una sceneggiatura anziché un romanzo.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Non scrivere. Abbiamo tutti i nostri momenti di blocco, e io non appartengo alla scuola «scrivi per forza, anche solo una riga al giorno!». Non me ne frega niente, di scrivere una riga al giorno per poi tirare fuori una schifezza colossale che ho scritto con una pistola puntata alla tempia. Preferisco non scrivere anche per un anno, ma farlo quando sono pronta. Poi magari scrivo il mio diario segreto, dei raccontini, qualcos’altro, ma non un romanzo se non ho voglia di farlo. Abbiamo bisogno di ricaricarci, di tanto in tanto, non possiamo sempre dare dare dare.
8) Hai una beta reader per le tue storie?
No, mi rivolgo direttamente all’editor della casa editrice.

9) Il primo libro letto?
Non ne ho idea! È passato davvero troppo tempo. Forse erano le favole di La Fontaine.
10) Il tuo libro preferito?
Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, non perché sia piacevolissimo o stilisticamente perfetto, ma perché mi ha cambiato la vita. E un libro che ti cambia la vita ha tutto il diritto di diventare il tuo libro preferito.

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