giovedì 9 marzo 2023

Intervista a Carmen Trigiante

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Intervista a Carmen Trigiante


1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Da bambina amavo inventare storie. Ho iniziato raccontando ai miei genitori di episodi “mai avvenuti” a scuola, che avevano il sapore delle fiabe. Quando loro hanno compreso che si trattava di autentiche fantasie, dall’imbarazzante confronto con le maestre, hanno anche capito che dovevano rassegnarsi: probabilmente non sarei mai diventata né medico come mio padre, né commercialista… A dir il vero la seconda ipotesi mi è transitata dalla mente, per un periodo post liceo, tant’è che ho preso una laurea in Economia! Ma ho rimediato subito con una seconda laurea n Filosofia, giusto per “rassicurare” i miei genitori sul fatto che le mie intenzioni non erano affatto cambiate! Le mie passioni da bambina erano il disegno e la scrittura. Mi hanno accompagnato per tutta la vita, diventando entrambe la mia professione.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Il suono multiforme della campagna su cui si affaccia casa mia.

3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Il massimo. Forse anche troppo! L’ultimo romanzo, “La prigione delle Favole Sole”, è rimasto in standby per diversi anni, proprio perché quando ho iniziato a scriverlo lavoravo ancora come sceneggiatrice e aiuto regista… e il romanzo parla di una regista/sceneggiatrice che uccide un produttore cinematografico… insomma, avrebbero potuto arrestarmi! 

4) Il genere che preferisci scrivere?
Amo tutto ciò che può esprimere emozioni forti. Adoro il noir, ma se non c’è un pizzico di sarcasmo non mi soddisfa. La vita è irona.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
“Candido, ovvero l’ottimismo” di Voltaire.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Da sceneggiatrice, adoro la visione cinematografica del discorso diretto, che faccia parlare il protagonista. Il racconto degli stati d’animo e delle ambientazioni che hanno su di essi un ascendente, purché incisivo e non prolisso, rappresenta un supporto idoneo ad entrare nella scena.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
In genere non mi blocco. Quando inizio a scrivere, devo avere già in mente tutta la storia: ci ho già lavorato nelle infinite notti precedenti, accompagnandola ai mie sogni (ops: incubi, talvolta… come potrete immaginare se leggerete la prima scena del mio libro! 

8) Hai una beta reader per le tue storie?
Mio padre è un filosofo e lettore straordinario. Non potrei desiderare di meglio: preciso, maniacale per le forme grammaticali e per la chiarezza espressiva, instancabile nel confronto. In più medico legale… quindi!
Mio marito, invece, da “addetto ai lavori” è il mio punto di riferimento per ogni incongruenza “procedurale”. Idem mio fratello e mia cognata. Ho una famiglia che nella vita “fa thriller”, io sono l’unica che si limita a scriverli 

9) Il primo libro letto?
Ops… Alice nel Paese delle Meraviglie? Penso di sì.

10) Il tuo libro preferito? 
Amo la saggistica filosofica, che è la base per i miei romanzi. Amo Freud. Lo stra-amo. Quindi direi a gran voce: Il disagio della civiltà. Seneca “La brevità della vita”. Aggiungo “La Metamorfosi” di Kafka. Verga, De Crescenzo e, naturalmente… i gialli di Camilleri (amo il dialetto siciliano). In più mi piace molto leggere i romanzi degli autori emergenti: molti di loro hanno una carica esplosiva che va oltre le logiche di mercato.

Grazie a Carmen per la chiacchierata



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