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Intervista a Enrico Pedace
1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Sicuramente dalla lettura, che mi accompagna fin da quando ho imparato a farlo. Ricordo che quando frequentavo le scuole medie disegnavo dei personaggi immaginari sul diario e poi a casa scrivevo le loro avventure su un quaderno. Quello è stato il mio primissimo romanzo che ho scritto.
2) Cosa ascolti mentre scrivi?
La musica fa parte, da sempre, della mia vita. Ogni scena che creo nella mia mente e che poi proietto su carta, amo accostarla a un brano musicale. Ascolto principalmente musica rock classic (Aerosmith, Bon Jovi, Queen, …), ma essendo un amante della musica a trecentosessanta gradi, amo ascoltare anche altri generi.
3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Credo che ogni romanzo che un autore scrive, per quanto sia un’opera nata dal meraviglioso potere della fantasia e dell’immaginazione, contenga dei frammenti di vita vissuta. Per cui posso tranquillamente dire che anche il mio primo romanzo porta con sé delle piccole sfumature generate dalle esperienze da me vissute, direttamente o indirettamente.
4) Il genere che preferisci scrivere?
Scrivendo il mio primo romanzo mi sono proiettato molto sul genere narrativa contemporanea, per cui credo che sia questo il genere in cui si rispecchia il mio stile.
5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
Credo che la scrittura, più che coraggio, sia un’irrefrenabile desiderio di trasmettere qualcosa. È quasi un’esigenza che nasce dentro di noi e cresce fino al giorno in cui esplode in tutta la sua forza, ed è in quel giorno che la mente dà vita al nostro prezioso frutto.
6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Nella lettura amo immensamente i discorsi diretti. Per cui, quando scrivo, prediligo questa forma narrativa.
7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Ho imparato che la cosa migliore da fare, quando arriva il blocco della scrittura, è fermarsi per un po’ e lasciare che l’ispirazione torni da sola.
8) Hai una beta reader per le tue storie?
Sinceramente no. Per il momento non avverto l’esigenza o comunque il desiderio di avere una tale figura di riferimento. Poi, ovviamente, mai dire mai.
9) Il primo libro letto?
“La più grande avventura di Rocambole” di Ponson Du Terrail.
10) Il tuo libro preferito?
“On the road” di Jack Kerouac. Credo sia uno di quei libri che andrebbe letto almeno una volta nella vita. Si tratta di un romanzo sicuramente molto particolare, scritto da uno dei padri della Beat Generation, ma che solo leggendolo si riesce a capire il vero senso di BEATitudine che Kerouac ha voluto trasmettere, descrivendo la sensazione di libertà nel vivere la vita fino in fondo.
Grazie a Enrico per la chiacchierata