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martedì 22 novembre 2022

Intervista a Paola Gianinetto

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Intervista a Paola Gianinetto



1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?
Si può dire che è nata con me. Scrivo da sempre, fin da quando ero molto piccola: a scuola ero sempre l’unica a essere felice nei giorni del tema in classe e a casa scrivevo diari e racconti, inventavo ogni sorta di storie. È da quei primi sogni a occhi aperti che nascono i miei libri.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?
Di solito nulla. Amo la musica, ma mentre scrivo preferisco il silenzio, anche se all’occorrenza riesco a farlo ovunque: persino sul treno pieno di gente, o in spiaggia con i bambini che urlano. Quando scrivo ci siamo solo io e le mie storie, mi estraneo completamente dal mondo reale.

3) Quanto di te metti nelle tue opere?
Molto, come credo tutti. È impossibile scrivere un romanzo senza metterci dentro se stessi, le proprie esperienze di vita, tutto quello che siamo. Però, tranne qualche piccola eccezione, le mie storie non sono mai autobiografiche: se mi capita di raccontare qualche episodio del mio passato non è che una breve suggestione, magari qualche luogo che ho amato particolarmente, ma è sempre la fantasia che la fa da padrona.

4) Il genere che preferisci scrivere?
Tutte le sfumature del romance. Paranormal, storici, contemporanei, new adult, sport romance… ormai i “sottogeneri” sono tanti, ma alla fine una storia d’amore è una storia d’amore, ed è quello che io amo scrivere. Ho scritto anche un romanzo giallo, è stata una bella sfida con me stessa che per mia grande gioia ho vinto, ma poi sono tornata al romance perché il primo amore non si scorda mai.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
Credo che sia stato Twilight. Ai tempi leggevo tutt’altro, ma quel libro mi ha coinvolta così tanto che mi ha fatto venire voglia non solo di mettere nero su bianco le storie che avevo in mente da sempre, ma anche di farle leggere a qualcuno. Allora avevo già scritto Qui per te, il mio primo romanzo, ma è stato con Kyler, il primo dei Principi Azzurro Sangue, che è iniziata la mia vera avventura nel mondo dell’editoria.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Da lettrice come da scrittrice, credo che in un romanzo siano fondamentali entrambi: puoi scrivere una bellissima storia, ma se i dialoghi non funzionano tutto crolla. Così come i tuoi dialoghi possono essere perfetti, ma, se non riesci ad amalgamarli con tutto il resto, il tuo rischia di sembrare più una sceneggiatura che un romanzo. In questo io sono fortunata, perché da più di vent’anni il mio primo lavoro è scrivere dialoghi per la TV: quando ho cominciato con i romanzi avevo già un bell’allenamento alle spalle.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
A dire la verità, non mi succede praticamente mai. La voglia di scrivere è sempre con me e anche le storie da raccontare, quello che manca troppo spesso è il tempo. Però a volte mi capita di perdere il filo del discorso, o di non riuscire a visualizzare bene una scena che sto scrivendo, a non sentirla davvero mia. Allora smetto di scrivere, mi sdraio sul letto o sul divano e chiudo gli occhi: di solito tempo mezz’ora e ho tutto perfettamente chiaro in mente.

8) Hai una beta reader per le tue storie?
Sì, ne ho alcune, anche se più che beta reader preferisco chiamarle amiche. Un paio sono colleghe scrittrici, persone che ammiro moltissimo e di cui mi fido ciecamente: nove volte su dieci mi ritrovo a essere del tutto d’accordo con loro, e anche la decima mi è comunque utile per fare qualche aggiustamento e migliorare una scena o un capitolo. Ho anche alcune lettrici che leggono i miei libri in anteprima e tengo in gran conto i loro suggerimenti: sono lo specchio dell’accoglienza che il romanzo avrà presso il pubblico, un piccolo sguardo al di là del tanto temuto momento della pubblicazione.

9) Il primo libro letto?
Non saprei dirti se è stato proprio il primissimo, ma un romanzo che mi è rimasto nel cuore da bambina è stato “Le tigri di Mompracem”. Amavo Sandokan alla follia, litigavo on le mie amiche perché doveva essere solo mio e sognavo di far fuori Marianna per potermelo sposareJ

10) Il tuo libro preferito?
Sono davvero tanti, ma forse il numero uno è “Il signore degli anelli”: per me è un capolavoro assoluto, Tolkien è uno dei pochi scrittori che si è davvero inventato un mondo che prima non esisteva. Un altro libro che mi ha cambiato la vita da ragazzina è stato “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e, tra i romance, il mio preferito tra i classici è Jane Eyre e tra i contemporanei… sono troppi, ma se devo citarne solo uno ti dico “Lover Awakened” di J.R. Ward.


Grazie a Paola per la chiacchierata


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