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domenica 10 luglio 2022

Intervista alla Brè Edizioni

 Benvenuti nel nostro angolo

Intervista alla Brè Edizioni


1) Cosa ti ha spinto in questa avventura?
L’amore per le sfide, in un Paese dove sono più gli scrittori che i lettori. Ma più che altro dimostrare che si può fare bene l’editore senza spillare denaro a incauti autori, rispettandoli (magari scrivendogli anche quando l’opera è respinta) e rispettando i lettori facendo, a nostre spese, l’editing dei testi per non fargli leggere frasi sgrammaticate. I risultati mi stanno dando ragione e per me vale più del guadagno.

2) C’è un motivo in particolare nella scelta del nome?
L’idea è nata una sera a cena a casa di amici a Lugano, in Svizzera e il monte Brè sovrasta il bel lago, La CE avrebbe dovuto nascere là, poi non se ne fece nulla, rimase il nome. Mi piaceva.

3) Perché hai deciso di metterti in gioco, anche se il settore dell’editoria non è tra più redditizi?
Amo le sfide, già detto, e dalla constatazione di come i grandi editori vendono ancora i libri come cento anni fa, per me una follia. Se solo avessi più risorse finanziarie, dimostrerei come fare molto di più con il nostro sistema. Piano piano, con il poco che ho, ce la faccio. Nel 2020 +100% del fatturato.

·4)Parlaci un po’ delle tue passioni.
Ovviamente la lettura, ma anche i viaggi, il cinema, la buona tavola e il buon vino.

5)Ti occupi anche di altro?
Sono professoressa universitaria, insegno storia.

6) Il primo libro che hai letto e ti ha emozionato.
Ho iniziato a leggere molto presto, mio zio mio fratello maggiore si circondavano di libri e io non potevo che esserne attratta. I primi che ho letto sono stati quelli di Roald Dahl, “La fabbrica di cioccolato” e “Matilde”. Quando ero alle elementari “Lo hobbit” ha spalancato il mondo della mia immaginazione, alle medie “Madame Bovary” mi ha fatto scoprire un arcobaleno di sensazioni intime e inesplorate. Quando sei bambino i libri aiutano a scandire i pensieri e gli impulsi, ricordo una vera e propria urgenza di lettura.

7) Un autore con cui vorresti prendere un caffè.
Se vivente, Zachar Prilepin; se defunto, Moravia. Non li ho scelti solo per ammirazione verso le loro opere, ma anche perché sono attratta dalle loro esperienze di vita.

8) Quanto è difficile rifiutare un manoscritto di una persona amica?
Molto, ma anche di chi è sconosciuto; però l’elevato livello qualitativo che ci siamo imposti non ci fa transigere.

9) C’è qualcuno che ti ha incoraggiato nel tuo progetto?
I miei autori, dopo che mi hanno conosciuta. Prima, nessuno.

10) Parlaci di te.
Di solito quando un argomento è così vasto parto dal dettaglio: proprio oggi leggevo in un libro appena pubblicato dalla Brè Edizioni (Mamma e papà, non fate i capricci – vedi tu Dani se o come citarlo) la definizione di “capriccio” come di un desiderio ostinato e singolare. Ecco, se dovessi parlare di me in poco tempo, partirei proprio dagli ostinati e improvvisi slanci interiori che mi portano convivere con la cosiddetta “testa fra le nuvole”.

Grazie alla Brè Edizioni per la chiacchierata


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