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Intervista a Dafne Capariccia
Da ragazzina, verso i 10 anni, ho iniziato a scrivere quanto non riuscivo a dire e nelle parole trovavo appagamento. Scrivere mi da l’impressione di bloccare il flusso che ho in testa: ordinarlo, definirlo e poi in qualche modo liberarlo. Non intendo necessariamente uno sfogo o un flusso di coscienza, spesso sono anche storie, personaggi, vere e proprie fantasie che mi partono in testa, come se accendessi la tv e guardassi una serie televisiva. Se non inizio a scrivere però, non riesco ad andare avanti con le puntate e non scopro come va a finire, perché i personaggi e il contesto si sviluppano solo se inizio a crearne i confini, ingabbio i dialoghi, do corpo ai personaggi.
2) Cosa ascolti mentre scrivi?
La radio, quelle in cui parlano poco, le playlist presenti su youtube con cui poi a mia volta creo delle palylist affinché io possa riascoltare la musica che mi ha ispirato. Per lo più musica italiana, perché amo capire esattamente quello che ascolto e ricantarlo a squarciagola!
https://www.youtube.com/channel/UCrk0BHb_Zcd_6NfuFYr-bmg
Moltissimo, fino ad oggi quello che ho scritto è tratto sempre dalla realtà, su cui poi ricamo e dal ricamo magicamente nascono interi corredi e quando rileggo quello che ne è nato rivedo quel qualcosa di vero, esistito e sorrido, perché è come se avessi nascosto un segreto, avessi immortalato qualcosa o qualcuno, avessi lasciato qualcosa che mi sopravviverà, ma che mi è in qualche modo appartenuto.
4) Il genere che preferisci scrivere?
Storie d’amore, perché la mia fantasia si sviluppa per lo più su quello
5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura
L’Alchimista di Coelho. È il libro che ha dettato le scelte importanti della mia vita, quello da cui traggo il coraggio di seguire quanto il destino mi offre.
L’Alchimista di Coelho. È il libro che ha dettato le scelte importanti della mia vita, quello da cui traggo il coraggio di seguire quanto il destino mi offre.
6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Entrambi, trovo che ci debba essere un equilibrio e un ritmo che aiuti il lettore a scorrere tra le pagine, ma anche i personaggi a raccontare e raccontarsi.Non ho fretta di scrivere, se in un dato momento le dita si fermano o quello che producono non mi piace ( dopo diversi tentativi) chiudo tutto e faccio altro. La mia testa prima o poi riparte. Di solito impazzisce quando metto le cuffie, prendo il cane e vado per viette e campi, mentre Ultimo, Vasco, Maneskine, o chi mi tira fuori Spotify, mi urla nelle orecchie. ADORO!
8) Hai una beta reader per le tue storie?
No.
9) Il primo libro letto?
Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac
Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac
Non ne ho solo uno. Ho degli scrittori preferiti: Isabel Allende, Coelho, Zafon, negli anni non mi hanno mai deluso
Grazie a Dafne per la chiacchierata
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