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domenica 2 dicembre 2018

Benvenuti nel nostro angolo

Intervista Ludovica Cicala


1) Da dove è nata la tua passione per la scrittura?

Ho sempre avuto un’immaginazione dilagante, fin da quando ero piccolissima; i miei genitori l’hanno notevolmente alimentata, raccontandomi ogni genere di storie, dalle fiabe ‘standard’ ai miti greci alle storie dei grandi classici, e dopo un po’ ho iniziato a inventarne di mie – diciamo che era solo questione di tempo prima che sentissi la necessità di metterle per iscritto.

2) Cosa ascolti mentre scrivi?

Ascolto davvero di tutto, a volte senza una logica precisa (soprattutto quando una storia è agli inizi). Però ho la tendenza a creare delle playlist secondo il mood della storia – ad esempio, per una storia ambientata nel medioevo, metto su una playlist di musica medievale, per una scena d’azione metto su metal e dubstep e così via.

3) Quanto di te metti nelle tue opere?

Questa potrebbe essere quasi una domanda retorica: nelle mie storie c’è quasi sempre una buona fetta di me, che si tratti della mia personalità, del mio stato emotivo e quant’altro. D’altra parte, a mio parere scrivere è un modo di percepire la realtà, spesso è anche un mezzo per renderla più sopportabile; e un’opera è veramente tua solo e soltanto quando ci metti tutto te stesso.

4) Il genere che preferisci scrivere?

Non ho un genere preferito, a dirla tutta. Mi piace sperimentare e spaziare, dalla fantascienza all’horror all’urban-fantasy al romanzo di formazione. Ci sono un paio di generi che non amo scrivere, però (come ad esempio il fantasy ‘puro’), semplicemente perché trovo che raramente abbiano qualcosa di nuovo da offrire, ora come ora.

5) Il libro che ti ha dato coraggio per buttarti nel mondo della scrittura?

Oddio, davvero non lo so. Ero molto piccola quando ho iniziato a scrivere, ma se dovessi dirne uno che mi ha ‘dato lo slancio’, per così dire, sarebbe La Casa degli Spiriti, di Isabel Allende – oppure I Miserabili di Victor Hugo, li ho letti entrambi quando avevo all’incirca tredici anni.

6) Cosa preferisci: discorso diretto, indiretto, entrambi?
Solitamente preferisco il discorso diretto.

7) Cosa ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?

Non ho un metodo preciso per ‘sbloccarmi’ (anche perché mi capita raramente di avere dei blocchi), ma di certo quello che mi aiuta di più per farmi ispirare è stare in mezzo alla gente. Le persone sono sempre una fonte di prim’ordine per ogni genere di idee.

8) Hai una beta reader per le tue storie?

Ne ho due, veramente, non ufficiali, ma sono sempre pronti a darmi qualsivoglia parere o a parlare delle mie storie (anche e soprattutto ad orari improbabili).

9) Il primo libro letto?

Era uno di quei libriccini della serie del Battello a vapore, ed aveva un titolo ridicolo: C’è un maschio nel bagno delle femmine!. Non sto scherzando. Non so nemmeno perché decisi di leggerlo, né tantomeno come entrai in possesso di tale libro, ma per qualche ragione mi fece appassionare al mondo dei libri. Che dire, le grandi avventure iniziano sempre dalle cose più improbabili.

10) Il tuo libro preferito?

Questa è difficile. Oscillo fra Le Città Invisibili di Italo Calvino e La Chimera di Praga (tutta la trilogia de La Chimera di Praga) di Laini Taylor. Lo so, apparentemente non c’entrano nulla l’uno con l’altro – ma come ho detto, mi piace spaziare.

Grazie a Ludovica per la bellissima chiacchierata!

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