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sabato 16 settembre 2017

Benvenuti nel nostro angolo. 

Segnalazione:

TITOLO: La stagione arida di Minerva Jones
AUTORE: Francesca Borrione
EDITORE: Les Flâneurs Edizioni
GENERE: Young Adult
FORMATO: Cartaceo.
PREZZO: 15 euro.


Sinossi: 

Minerva ha diciassette anni, gli occhi grigi di suo padre e un’ombra di capelli che pochi ricordano come fossero. Veste abiti più grandi di lei, ormai fuori moda, e cammina nei suoi consunti stivali bordeaux, ai margini di un paese e di una vita con cui non è più in sintonia. Come la Minerva Jones di Lee Masters è assetata di amore e di vita, ma niente sembra essere adatto a lei, tranne le beffe che si fanno gli altri, William e Albert primi fra tutti. Quando, dopo l’estate, torna a casa da suo padre, però, qualcosa cambia e il destino diventa imprevedibile e scostante. 
Tenace come un fiore che affonda le radici nel terreno più ostile, e si nutre delle gocce di rugiada che può rubare a dispetto del mattino grigio e freddo, Minerva ha un’importante lezione di vita da dare a tutti, stipata nei suoi silenzi: se «le persone sanno soltanto quello a cui vogliono credere», l’amore è più forte di tutto. E lo merita anche lei.

Qualche curiosità sull'autrice:

Francesca Borrione (1978), ricercatrice e scrittrice, è dottore di ricerca in Scienze Umane e dell’Educazione (Università degli Studi di Perugia), ed è attualmente impegnata nel conseguimento del suo secondo PhD in Inglese presso la University of Rhode Island, Stati Uniti, dove studia il cinema e la letteratura italoamericani. È autrice di diversi articoli accademici e quattro monografie, e dei romanzi L'uomo che attraversò il tempo per me (2013), L’amore è un rito (2013) e Il richiamo delle onde (2015) editi dalla Triskell Edizioni.

Qualche estratto dell'opera:

William baciò Minerva con il rispetto che si porta a qualcosa di sacro, ma quando la sentì tremare si allontanò temendo di aver osato troppo.
Lei si alzò in piedi.
Il cielo tuonava e si udiva distintamente la pioggia a battente sul tetto, fragorosa come il rumore di decine di finissimi tacchi sulla grondaia.
Minerva tirò la tenda del lucernaio, che si sciolse facendo ombra non solo sulla serra ma anche sul piano della soffitta. Non parlò. Tese la mano a William, invitandolo a seguirla. Non gli staccava gli occhi di dosso. Lo accompagnò in camera, una stanza ricavata con dei separé sul cui fronte erano stampate immagini di luoghi che solo l’immaginazione sapeva creare. Forse quella era la mente di Minerva, o era il suo cuore. Nessuno mai si era avventurato così lontano.
E mentre si abbracciavano come non ci fosse un domani, stretti e nudi, scoprirono che nulla è più bello dell’appartenere a qualcuno, e che solo per questo valeva la pena lottare.

Maria Capasso









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