Abbiamo letto e recensito per voi La figlia sbagliata di Feffery Deaver.
Scheda del libro:
Titolo: La figlia sbagliata
Autore: Jeffery Deaver
Edizione: Rizzoli
Anno: 2010
Pagine: 358
Genere: Thriller
Sinossi:
Megan Collier è una ragazzina "difficile": timida, solitaria, piena di rabbia. Rabbia soprattutto nei confronti dei genitori, Bett e Tate, divorziati da poco e troppo presi da se stessi per accorgersi di lei. Fortuna che ora c'è il dottor Peters, il suo nuovo psicanalista. Gli sono bastate poche sedute per stregare Megan: con il suo sguardo magnetico e la voce ferma e suadente, è il solo che riesca a far crollare le barriere della ragazza. Finché un giorno, all'improvviso, Megan scompare. Adesso i suoi genitori dovranno per forza accorgersi di quella figlia che non si erano mai preoccupati di conoscere, e che forse ha voluto fuggire proprio da loro. Ma Megan non è scappata: ben presto, infatti, dietro la sua sparizione si profila una lucida trama di ricatto e vendetta, ordita da qualcuno in grado di tenere in scacco Megan, e abilissimo a scavare nel passato della famiglia Collier. Se vogliono salvare la figlia, e scoprire chi li ricatta e perché, Tate e la sua ex moglie dovranno scendere negli inferi del proprio passato, camminando loro stessi, insieme al misterioso ricattatore, in bilico sul sottile confine tra realtà e follia.
Recensione:
Megan Collier è una ragazza arrabbiata
col mondo intero, ma soprattutto con Bett e Tate, i suoi genitori divorziati
che sembrano pensare solo a se stessi. Megan si reca da alcune settimane dal
dottor Hanson, il suo psicanalista, per affrontare i suoi problemi e trovare le
soluzioni; ma il dottor Hanson improvvisamente ha un problema e al suo posto,
un sabato mattina, Megan incontra un sostituto, il dottor Peters. Quest'ultimo
rispetto al suo predecessore è più acuto, comprensivo e sensibile e la ragazza
riesce ad aprirsi a lui senza remore, svelandogli tutta l'oscurità e la rabbia
che ha dentro.
I problemi veri però
sopraggiungono quando Megan scrive due lettere d'addio, una per genitore, dopodiché scompare. Bett e Tate, nonostante non amino stare a stretto contatto,
si ritrovano a collaborare per ritrovare la ragazza, indagando e ricostruendo
il passato e gli errori commessi, e sperando che la loro bambina sia ancora
viva.
Questo romanzo si presenta a
prima vista come un thriller psicologico. Il vero problema è che lo scrittore
smentisce la definizione più o meno a pagina 30, quando ci dice immediatamente
chi è a rapire Megan, e dove la sta portando. Ho sempre amato l'intrigo di un
thriller psicologico, che ti porta a sospettare di tutti i personaggi, e ti
tocca usare l'ingegno per capire veramente chi sia il pazzo che si cela dietro
la storia; in questo caso sappiamo sin dall'inizio chi è stato e cosa ha fatto,
ciò che veramente non riusciamo a capire è il perché, ma ho trovato comunque il
colpo di scena abbastanza debole. Molto affascinante la costruzione del
personaggio di Tate, un avvocato esperto di oratoria in grado di intavolare e
manipolare le discussioni, valutando le reazioni di chi ha di fronte e portarlo
a dire o pensare esattamente ciò che vuole lui.
Il romanzo è scritto comunque
bene, pur mancando le basi di un intreccio più complesso e accattivante che è
ciò che mi fa amare un thriller, consumandolo dalla prima all'ultima pagina.
Non è stata la mia lettura preferita, ma tutto sommato è stata comunque
piacevole vedere come andava a finire.
Claudia Simonelli.
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