mercoledì 15 marzo 2017



Buona serata a tutti. 

Il libro che abbiamo letto per voi è L'ultimo treno per Istanbul, di Ayşe Kulin. 


Scheda libro: 



Autore: Ayşe Kulin
Titolo: L'ultimo treno per Istanbul
Casa editrice: Newton Compton
Anno: 2015
ISBN: 9788854182455
Pagine: 333


Sinossi: 



Selva è la figlia dell’ultimo pascià ottomano della Turchia e può avere qualunque uomo desideri. Eppure ha occhi solo per Rafael Alfandari, un ragazzo ebreo, figlio del medico di corte. Nonostante l’opposizione delle loro famiglie, che non vedono di buon occhio l’unione tra due mondi così diversi, i giovani amanti si sposano di nascosto e scappano a Parigi per farsi una nuova vita. Ma quando i nazisti occupano la Francia, la coppia in esilio imparerà sulla propria pelle che niente – né la guerra, né la politica, né la religione – può spezzare gli antichi legami di sangue. Grazie all'aiuto dei coraggiosi diplomatici turchi, infatti, organizzeranno un piano per mettere in salvo i membri della famiglia Alfandari e molti altri ebrei. Insieme, saranno costretti ad attraversare un continente in guerra, a entrare in territorio nemico e rischiare tutto nel disperato tentativo di ritrovare la libertà. Da Ankara a Parigi, dal Cairo a Berlino, L’ultimo treno per Istanbul racconta una appassionante storia d’amore e avventura, scritta da una delle autrici più famose della Turchia


Recensione: 

Selva e Sabiha sono figlie di Fazil Reşat Paşa, l'ultimo pascià ottomano della Turchia. Sabiha sposa il diplomatico Macit, mentre Selva, brillante donna dai fortissimi ideali si innamora di Rafo, figlio del medico di corte, nonché ebreo turco. Nonostante il pascià abbia più e più volte predicato l'uguaglianza tra i popoli e le religioni, non riesce proprio ad accettare la relazione tra la sua bellissima figlia musulmana ed un ebreo, e pur di fermarli tenta anche il suicidio. Selva però non si lascia intimorire e sposa lo stesso Rafo, scappando a Parigi.
Questo evento distrugge e divide la famiglia di Selva: suo padre non vuole più saperne di lei, sua madre vive tra l'angoscia di saperla lontana e i pregiudizi di suo marito e sua sorella Sabiha si  ritiene responsabile di aver spinto involontariamente Selva tra le braccia di un ebreo.
Questa storia d'amore e familiare si svolge su uno sfondo ben più ampio e pericoloso: il secondo conflitto mondiale. In europa il regime nazista si sta allargando a macchia d'olio e la Francia è sotto assedio. Selva, Rafo e il loro bambino Fazil sono costretti a guardarsi le spalle per non rischiare di finire in un campo di concentramento.
Dalla storia personale ci si trasferisce pian piano alla storia di un mondo alla deriva, dove la Turchia si sforza, tra astuti accordi e rapporti diplomatici, di salvare il proprio popolo, senza più badare al credo. Questo è un aspetto della storia che personalmente non conoscevo bene, e si percepisce l'accurata ricerca storica dell'autrice nell'illustrarci la vicenda.
La storia inizialmente è un po' lenta ad ingranare, e francamente ho fatto un po' fatica a ricordare tutti i personaggi; perché ne arrivano tanti col procedere della storia. A volte sembrano irrilevanti ai fini della trama ma la verità è che ognuno di loro, anche quello più insignificante, ha un suo posto e un suo significato e si incastrerà perfettamente nella narrazione. Man mano che si va avanti con la lettura diventa sempre più avvincente fino ad arrivare agli ultimi capitoli in cui mi sono ritrovata col fiato sospeso perché sembrava potesse accadere di tutto. Il finale è stato commovente, e mi ha lasciata pienamente soddisfatta.
È certamente un libro consigliato.

Claudia Simonelli. 

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