martedì 28 marzo 2017

Buon pomeriggio. 


Abbiamo letto e recensito per voi La figlia sbagliata di Feffery Deaver. 

Scheda del libro: 

Titolo: La figlia sbagliata
Autore: Jeffery Deaver
Edizione: Rizzoli
Anno: 2010
Pagine: 358

Genere: Thriller


Sinossi: 

Megan Collier è una ragazzina "difficile": timida, solitaria, piena di rabbia. Rabbia soprattutto nei confronti dei genitori, Bett e Tate, divorziati da poco e troppo presi da se stessi per accorgersi di lei. Fortuna che ora c'è il dottor Peters, il suo nuovo psicanalista. Gli sono bastate poche sedute per stregare Megan: con il suo sguardo magnetico e la voce ferma e suadente, è il solo che riesca a far crollare le barriere della ragazza. Finché un giorno, all'improvviso, Megan scompare. Adesso i suoi genitori dovranno per forza accorgersi di quella figlia che non si erano mai preoccupati di conoscere, e che forse ha voluto fuggire proprio da loro. Ma Megan non è scappata: ben presto, infatti, dietro la sua sparizione si profila una lucida trama di ricatto e vendetta, ordita da qualcuno in grado di tenere in scacco Megan, e abilissimo a scavare nel passato della famiglia Collier. Se vogliono salvare la figlia, e scoprire chi li ricatta e perché, Tate e la sua ex moglie dovranno scendere negli inferi del proprio passato, camminando loro stessi, insieme al misterioso ricattatore, in bilico sul sottile confine tra realtà e follia.

Recensione: 

Megan Collier è una ragazza arrabbiata col mondo intero, ma soprattutto con Bett e Tate, i suoi genitori divorziati che sembrano pensare solo a se stessi. Megan si reca da alcune settimane dal dottor Hanson, il suo psicanalista, per affrontare i suoi problemi e trovare le soluzioni; ma il dottor Hanson improvvisamente ha un problema e al suo posto, un sabato mattina, Megan incontra un sostituto, il dottor Peters. Quest'ultimo rispetto al suo predecessore è più acuto, comprensivo e sensibile e la ragazza riesce ad aprirsi a lui senza remore, svelandogli tutta l'oscurità e la rabbia che ha dentro.
I problemi veri però sopraggiungono quando Megan scrive due lettere d'addio, una per genitore, dopodiché scompare. Bett e Tate, nonostante non amino stare a stretto contatto, si ritrovano a collaborare per ritrovare la ragazza, indagando e ricostruendo il passato e gli errori commessi, e sperando che la loro bambina sia ancora viva.
Questo romanzo si presenta a prima vista come un thriller psicologico. Il vero problema è che lo scrittore smentisce la definizione più o meno a pagina 30, quando ci dice immediatamente chi è a rapire Megan, e dove la sta portando. Ho sempre amato l'intrigo di un thriller psicologico, che ti porta a sospettare di tutti i personaggi, e ti tocca usare l'ingegno per capire veramente chi sia il pazzo che si cela dietro la storia; in questo caso sappiamo sin dall'inizio chi è stato e cosa ha fatto, ciò che veramente non riusciamo a capire è il perché, ma ho trovato comunque il colpo di scena abbastanza debole. Molto affascinante la costruzione del personaggio di Tate, un avvocato esperto di oratoria in grado di intavolare e manipolare le discussioni, valutando le reazioni di chi ha di fronte e portarlo a dire o pensare esattamente ciò che vuole lui.
Il romanzo è scritto comunque bene, pur mancando le basi di un intreccio più complesso e accattivante che è ciò che mi fa amare un thriller, consumandolo dalla prima all'ultima pagina. Non è stata la mia lettura preferita, ma tutto sommato è stata comunque piacevole vedere come andava a finire.

Claudia Simonelli. 

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